Ricatto a Berlusconi, Debbie Castaneda: "Con lui rapporti professionali"

Pubblicato il 4 Settembre 2011 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Con il premier Silvio Berlusconi, che ”ho conosciuto circa cinque anni fa, quando collaboravo con l’Ambasciata della Colombia per la promozione del mio Paese”, ”ho avuto rapporti esclusivamente di natura professionale, in relazione al mio incarico di consulente di Finmeccanica”. Lo sostiene Debbie Castaneda, l’ex modella il cui nome e’ finito nell’inchiesta di Napoli sulla presunta estorsione ai danni del premier compiuta da Gianpaolo Tarantini, da sua moglie Angela Nicla Devenuto e dall’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola.

Con una nota diffusa dal suo avvocato, Dario Buzzelli, la donna sottolinea di aver ”svolto l’attività di consulente di Finmeccanica, per circa tre anni”, ”occupandomi – sostiene – di sviluppare i rapporti istituzionali tra il Governo Italiano ed il mio Paese di origine (la Colombia) per intensificare le relazioni commerciali, attività che svolgevo anche precedentemente in collaborazione con l’Ambasciata del mio Paese”.

”Non sono mai stata ad Arcore – aggiunge – ed ho partecipato con il Presidente Berlusconi solo a riunioni di carattere istituzionale, svoltesi a palazzo Grazioli o a Palazzo Chigi”. E ancora: la donna esclude di avere e di aver avuto mai alcun rapporto con Lavitola, che – dice – ”ho avuto modo di incontrare, nel mio ruolo di consulente di Finmeccanica, tre volte, due nel corso di incontri ufficiali all’estero ed una negli uffici di Finmeccanica”.

Ritenendo ”discriminatoria e strumentale la pubblicazione, a corredo di articoli di stampa e/o di servizi televisivi” sul caso Tarantini, di materiale fotografico riguardante la sua precedente attività di modella che risale ”a più di dieci anni fa”, Debbie Castaneda rende noto di aver dato mandato ai propri legali di ”agire in ogni sede per la tutela della mia immagine e della mia reputazione, anche in relazione alla diffusione di notizie coperte dal segreto istruttorio”.

La donna – sempre nella nota – definisce infatti ”inammissibile e illecita, la rivelazione e la diffusione di stralci, addirittura virgolettati”, di sue dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria, quale persona informata dei fatti e come tali coperte da segreto istruttorio.