Riccardo Muti operato per frattura anca: caduto in casa

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2016 - 12:38 OLTRE 6 MESI FA
Riccardo Muti operato per frattura anca: caduto in casa

Riccardo Muti operato per frattura anca: caduto in casa

ROMA – Il maestro Riccardo Muti è stato operato in ospedale a Ravenna per una frattura dell’anca, conseguenza di una brutta caduta in casa. Muti, secondo quanto si è appreso, adesso sta bene e dovrà affrontare la necessaria fase riabilitativa. Il maestro, 74 anni, era appena tornato da una tournee in Cina ed ha annullato i suoi impegni per le prossime settimane.

In una recente intervista al Corriere della Sera Muti ha condiviso i suoi pensieri sull’opera. L’approccio a suo dire è completamente sbagliato: “Deve essere il pane quotidiano, non c’è bisogno di avere sempre la Callas, uno invece di andare a vedere Checco Zalone va a sentire ‘Wozzeck'”. Ricordando le collaborazioni con Strehler e Ronconi, Muti ha anche lanciato frecciate alla ‘Traviata’ di Tcherniakov che due anni fa inaugurò la stagione scaligera: “Nei ‘Bollenti spiriti’ fa impastare la pizza ad Alfredo, perché se è italiano deve per forza cucinare – dice -. Ecco perché non faccio più opere: ho pochi anni da vivere non posso passare tempo a discutere con un idiota che offende la nostra cultura”.

Muti ha ripercorso momenti biografici a partire dall’infanzia e giovinezza a Molfetta (Bari): “Terra di uomini illustri, dice il sito del comune di Molfetta, ma parlano di Gaetano Salvemini e di Caparezza, non di me”, ha detto sornione divertendo i moltissimi presenti. E poi aneddoti e polemiche, come la sua guerra contro l’abuso di acuti a effetto nelle interpretazioni delle opere (“E’ un momento di cultura o è un musical? Ma poi mi hanno accusato proprio a Milano di volere gli applausi per me…”) e la sua missione per il riscatto della cultura musicale italiana: “Nei secoli il maggiore contributo alla musica viene dall’Italia: siamo noi che stiamo facendo dimenticare questa storia e stiamo sprecando questo repertorio”.

Ancora molto attivo con la Chicago Symphony Orchestra, il suo interesse oggi è più sulle nuove leve dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini di Ravenna: “Chi esce dal conservatorio non ha sempre sbocchi lavorativi e deve saper insegnare la storia della musica, che è la nostra storia. Quanti sanno che il quarto movimento della 3/a di Schumann è ispirato dalla cattedrale di Colonia? E quanti dovrebbero saperlo, con tutto quello che è successo là nei giorni scorsi?”. Fra gli ultimi pensieri del maestro, una speranza: “Nel 2016 cadono i 200 anni della morte di Paisiello: spero che in Italia si ricordi questo grandissimo, il più amato da Napoleone”.