Rifiuti in Campania, per l’Ue nuovo rischio crisi

Pubblicato il 15 Luglio 2010 - 17:57 OLTRE 6 MESI FA

La crisi dei rifiuti in Campania ”non è finita; è dormiente e c’è un serio rischio che possa scoppiare nuovamente”. E’ quanto scrivono gli eurodeputati della commissione petizione nel rapporto stilato dopo l’inchiesta in Campania dell’aprile scorso.

Il concetto è stato nuovamente ribadito anche nel corso della riunione della stessa commissione di oggi dall’eurodeputata danese dei Verdi, Margrete Auken. ”La crisi che conosciamo e’ lungi dall’essere risolta”, ha sottolineato ricordando che alla Commissione ”di non liberare i fondi” destinati alla regione, ”fino a quando non sara’ attuato un piano di gestione”.

Il dossier tornerà all’esame della commissione in settembre, mette in luce problemi ancora aperti come le enormi quantità di ecoballe ancora ammassate nei siti di stoccaggio o lo scarico abusivo a cielo aperto di rifiuti misti e non identificati. Il deputato tedesco Jahr oggi ha ricordato anche l’invito ad una ”maggiore trasparenza” e al dialogo con le popolazioni per attuare una strategia di lungo termine.

Interventi concreti è tornata ad invocare la Commissione europea, come condizione sine qua non per riaprire i rubinetti dei finanziamenti (10,5 milioni di euro della programmazione 2000-2006 e 135 milioni per quella attuale). Bruxelles chiede la notifica di un piano di gestione integrato dei rifiuti, ma anche una scansione dettagliata del calendario delle realizzazioni delle infrastrutture e una soluzione non solo per i nuovi rifiuti ma anche per il pregresso, ossia per le ecoballe. La Campania, attraverso l’assessore all’ambiente Giovanni Romano, ha fatto sapere di aver impresso un’accelerazione e di aver gia’ messo mano al piano per gli speciali, ma che per la raccolta differenziata c’e’ ancora bisogno di tempo. Nella discussione ha fatto irruzione anche il ”problema” Fibe.

”Grazie al maxiemendamento votato oggi al Senato l’acquisto del termovalorizzatore di Acerra da parte della Regione Campania, che pagherà 355 milioni a Impregilo, sara’ finanziato con fondi del Fas regionale e non piu’ con fondi nazionali”, ha detto il parlamentare Cozzolino. Il documento Ue stilato al termine della missione d’inchiesta sottolinea che Acerra, era ”già una zona molto inquinata e agli abitanti era stata promessa da anni la bonifica”. La costruzione dell’inceneritore, si ricorda, è stata ritardata da ”interminabili battaglie legali”, non solo sulla localizzazione dell’impianto, ma anche per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, ”completamente anacronistiche”, proposte da Fibe (consociata di Impregilo), ora sotto inchiesta