Emergenza rifiuti a Napoli: imprenditori e avvocati in corteo, la protesta della società civile

Pubblicato il 28 Novembre 2010 - 14:16 OLTRE 6 MESI FA

Avvocati, imprenditori, commercianti. La società civile scende in piazza, a Napoli. E sacchetto di immondizia in mano, sta sfilando lungo le strade della citta’ per esprimere la ”rabbia nel vedere una citta’ cosi’ sporca” e anche per dire chiaro e tondo ”che non e’ colpa dei cittadini se la citta’ e’ piena zeppa di rifiuti”. Piuttosto, ”la colpa e’ di una politica irresponsabile”. Un corteo che va ad aggiungersi ad un’altra iniziativa di protesta che, sempre nel centro della citta’, vede pero’ in prima linea la Rete Campana Salute e Ambiente. Le adesioni sono partite attraverso Facebook ed oggi, ”siamo oltre un migliaio”, dice Francesco Forzati, avvocato e docente universitario nonche’ presidente dell’associazione Cambiamo Napoli.

”Stiamo manifestando in nome dell’articolo 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute – spiega Forzati – Noi, societa’ civile, vogliamo oggi denunciare la disastrosa gestione dei rifiuti a Napoli, contro la politica di destra e di sinistra”. ‘Napoli pulita, Napoli pulita”, urlano intanto i manifestanti, e poi ‘Vogliamo la raccolta differenziata”. Il corteo è partito dal ‘salotto buono’ di Napoli, dal quartiere Posillipo. Attraversando il lungomare, tappa in Villa Comunale, la destinazione sara’ piazza del Plebiscito.

”Dicono che siamo la citta’ dell’emergenza, che amiamo vivere nel caos, che non siamo in grado di fare la raccolta differenziata – spiega Ilenia Incoglia, vicepresidente del gruppo Giovani Associazione piccole e medie imprese di Napoli – tutti alibi per una politica irresponsabile che ha fallito e che non si assume le proprie colpe, che ci lascia vivere come delle bestie da circo a scapito della nostra salute e del nostro orgoglio. Dietro la parola camorra si nasconde il clientelismo che ha speso male i nostri soldi, si nasconde il rapporto malato con la politica che fa i propri interessi e non il bene della comunita’. Io non la chiamerei piu’ emergenza rifiuti ma scandalo, vergogna, mancanza di pudore”.