Riforma Giustizia, nuova prescrizione e processi Berlusconi: rischia a Napoli

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2014 - 22:54 OLTRE 6 MESI FA
Riforma Giustizia, nuova prescrizione e processi Berlusconi: rischia a Napoli

Silvio Berlusconi fa il gesto delle manette

MILANO – Le nuove norme sullo stop temporaneo alla prescrizione messe in cantiere nel progetto di riforma della giustizia che il ministro Andrea Orlando ha presentato al termine del Cdm del 29 agostopotrebbero incidere anche su uno dei procedimenti a carico di Silvio Berlusconi, evitando che scatti la cosiddetta “tagliola”. E, in particolare, sul processo per la presunta compravendita dei senatori, quello in cui il leader di Forza Italia rischia di più perché accusato di corruzione. Nessun effetto, invece, sulle altre vicende che vedono coinvolto l’ex premier: nei casi ‘Ruby ter’ ed ‘escort Bari’, la nuova normativa non stravolgerà i tempi.

A Napoli, dove lo scorso 11 aprile è cominciato il processo per la presunta compravendita dell’ex parlamentare Sergio De Gregorio vanno già di fretta. Sul procedimento, che ripartirà il 17 settembre, incombe infatti il rischio prescrizione perché la ‘tagliola’ dovrebbe scattare tra poco più di un anno, nell’autunno del 2015.

Col vecchio regime, sarebbe praticamente impossibile arrivare ad una sentenza definitiva in Cassazione entro quella data. Ma se il decreto Orlando diventerà legge, verranno congelati per due anni i termini di prescrizione dopo una sentenza di condanna di primo grado ed entro quei due anni dovrà essere celebrato l’appello.

Il ministro Orlando ha inoltre precisato in conferenza stampa al fianco del premier Matteo Renzi che il nuovo sistema,

“entra in vigore dopo la sentenza di condanna di primo grado, a seguito del vigore della legge e tutte le sentenze di primo grado saranno definite dal nuovo regime”.

Dunque, se entro l’autunno del 2015 arrivasse una condanna per Berlusconi a Napoli e la legge fosse già in vigore, la prescrizione verrebbe bloccata per due anni per celebrare anche l’appello.

Per il caso Ruby, invece, è già arrivato lo scorso 18 luglio il verdetto di secondo grado con l’assoluzione per Berlusconi che ha spazzato via la condanna a 7 anni di carcere del primo grado. La Procura Generale probabilmente ricorrerà in Cassazione, ma in ogni caso il nuovo regime sulla prescrizione non si applicherebbe. In questo caso comunque la tagliola sarebbe lontana e non scatterebbe prima del 2020.

Infine, le nuove norme potrebbero applicarsi anche per altri due procedimenti in corso a carico dell’ex premier che non sono ancora arrivati ad una sentenza di primo grado: l’inchiesta milanese nella quale Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari perché avrebbe pagato alcuni testimoni del caso Ruby e la vicenda escort ancora in fase di udienza preliminare a Bari. Qui l’ex presidente del Consiglio è imputato per induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria perché avrebbe versato soldi all’imprenditore Gianpaolo Tarantini affinché lui mentisse sulle ragazze portate nelle sue residenze.

Su entrambi questi procedimenti, però, gli effetti pratici delle nuove norme sarebbero limitati, perché i tempi di prescrizione sono lunghi e si collocano tra il 2017 e il 2020.