Rigopiano, reati a rischi prescrizione: avvocato delle vittime chiede un processo veloce

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2017 - 20:34| Aggiornato il 7 Febbraio 2017 OLTRE 6 MESI FA

PESCARA – La prescrizione potrebbe mettere a rischio il processo per le responsabilità nella valanga che il 18 gennaio ha travolto l’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). A dirlo è Romolo Rebao, uno degli avvocati che assistono Giampaolo Matrone, uno dei superstiti della tragedia, e i familiari di Valentina Cicioni, Marco Tanda e Jessica Tinari, tre delle 29 vittime

“È una situazione pericolosa, perché esiste il rischio concreto che un processo di questa portata e di questa complessità duri molto, con la prescrizione che per questi reati è però in agguato, dopo appena 5 anni più altri 2 anni e mezzo”, sottolinea Reboa.

“Sono stato a Pescara per guardare negli occhi i magistrati della Procura e mi sono trovato davanti due persone molto capaci, quali il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e il pm Andrea Papalia, con i quali ho instaurato un ottimo rapporto e nei quali nutro grande fiducia – ha proseguito Reboa – l’ incontro mi ha lasciato molto soddisfatto e l’intenzione di tutti è che il processo non si disperda in mille rivoli e in mille rinvii. Purtroppo la competenza per questi reati è del tribunale monocratico e con tante parti civili e i vari reati aggiuntivi che potrebbero essere ipotizzati, la situazione diventa davvero pericolosa, per questo dovremo essere veloci e capire che anche una parola in più potrebbe essere sbagliata, in quanto esigerà una risposta in più”.

L’avvocato, che si augura una qualche forma di collaborazione tra i difensori delle vittime, ha commentato anche la telefonata intercorsa il 18 gennaio tra il dirigente del 118 Vincenzo Lupi, dal Centro di coordinamento della prefettura di Pescara, e il direttore dell’hotel, Bruno Di Tommaso, che non si trovava a Rigopiano: la valanga aveva già travolto la struttura, ma le parole di Di Tommaso finirono per ritardare l’invio dei soccorsi.

“La conversazione tra Lupi e il direttore dell’hotel è scandalosa ed è la prova di come non abbia funzionato il servizio d’emergenza. Inoltre, da cittadino, mi chiedo: come è possibile che Lupi sia ancora al suo posto? Forse se qualcuno non avesse giocato a ‘mi manda Picone’ e avesse svolto seriamente il suo compito, i soccorsi sarebbero potuti partire prima, ma questo non lo so e spetta alla Procura accertarlo”.