Riscaldamento d’inverno un grado e un’ora un meno. Per ora però più aria condizionata

Riscaldamento in case e uffici a 19 gradi il prossimo inverno e un'ora in meno di termosifoni accesi: questo chiede il meno gas disponibile. Per ora però un'estate di maggiori consumi energetici con aria condizionata ovunque a manetta e a palla.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 12 Luglio 2022 - 09:00 OLTRE 6 MESI FA
Riscaldamento d'inverno un grado e un'ora un meno. Per ora però più aria condizionata

Riscaldamento d’inverno un grado e un’ora un meno. Per ora però più aria condizionata FOTO ANSA

I numeri e i fatti relativi alla disponibilità di gas dicono con sostanziale certezza che gas il prossimo inverno non ce ne sarà quanto nell’inverno passato e quanto nelle nostre abitudini di consumo. Quindi numeri e fatti sollecitano, anzi quasi esigono che gas si risparmi. Come? Tra l’altro limitando, contenendo il riscaldamento in case e uffici a 19 gradi di temperatura e riducendo di un’ora l’arco di tempo a caloriferi e termosifoni accesi. 

Grideremo “razionamento”, ma…

Un limite alla temperatura negli ambienti (case e uffici) quando li si riscalda in realtà già c’è. Ignorato. Sia nel senso che pochi lo sanno, sia nel senso che pochissimi lo rispettano. Il limite sarebbe quello dei 20 gradi. Termosifoni, caloriferi e caldaie dovrebbero essere regolati e fermarsi a 20 gradi. Nella realtà case e uffici sono d’inverno riscaldati a stragrande maggioranza fino a temperature ambiente di certo superiori a 20 gradi. Il passaggio a 19 gradi che sarebbe, anzi quasi è, reso necessario dalla minore disponibilità di gas, sarebbe il calo di un solo grado rispetto alla temperatura teorica. Nella realtà sarebbe u abbassare termosifoni di almeno tre o quattro gradi rispetto alle abitudini di consumo. Quindi grideremo al “razionamento” ma nella realtà ignoreremo la raccomandazione, la disposizione, il limite.

Aria condizionata a manetta

Lo dice già l’estate della nostra collettiva indisponibilità al risparmio di energia. L’estate 2022 vede un sensibile aumento dei consumi energetici relativo al ricorso e uso massiccio dell’aria condizionata. Draghi aveva azzardato: un po’ di aria condizionata in meno a fronte della guerra…Come non detto, non pervenuto messaggio. Grande sfoggio di sensibilità ambientale (nelle chiacchiere pubbliche e private, perfino negli spot pubblicitari) ma ovunque condizionatori a palla. Sì, certo, il caldo. E’ una estate dalle alte temperature, è un’estate di afa e solleone. Ma la risposta in termini di consumo di energia è la risposta di una collettività che ritiene di fatto l’energia una risorsa inesauribile e illimitata. L’idea che energia vada risparmiata e che già domani, anzi oggi, ce ne sia meno da consumare perché ce n’è meno adisposizione, è idea che ci è estranea, anzi aliena. Come ormai buona parte della realtà effettiva.