Riva Valdobbia (Vercelli): uccide la moglie nel sonno, poi si costituisce

Pubblicato il 7 Febbraio 2011 - 20:18 OLTRE 6 MESI FA

RIVA VALDOBBIA (VERCELLI) – Accoltella la moglie nel cuore della notte, mentre dorme. Ma al primo fendente lei si sveglia, tenta di reagire, urla. La figlia quattordicenne sente e corre, inutilmente in suo aiuto. Quando arriva in camera da letto vede la mamma esanime, il padre come un robot che tenta di rianimarla e che ripete: ”Che cosa ho fatto, mio Dio, che cosa ho fatto”.

La vita tranquilla di una famiglia come tante si è interrotta la notte tra il 6 e il 7 febbraio, attorno alle 3.45 nella piccola casa di Riva Valdobbia, nel vercellese, dove fino a quel momento abitava senza particolari problemi. Un raptus è l’ipotesi più accreditata dai carabinieri che stanno svolgendo le indagini.

Un raptus dal movente ancora oscuro che ha portato Daniele Chatrian, 49 anni, di origine aostana, a colpire con quattro coltellate Maria Rosa Vaglio, 53 anni con la quale aveva condiviso tre figli, il negozio di alimentari che gestivano insieme.

Nessun litigio, nessun movente passionale, nessuna difficoltà finanziaria o di famiglia, nulla – secondo le prime testimonianze raccolte dagli inquirenti – faceva presagire la notte dell’orrore. Anzi, ieri sera i due coniugi l’hanno trascorsa in pizzeria con la figlia quattordicenne e la figlia maggiore che già è via di casa come l’altro fratello.

Eppure alle 3.45 nella mente di Daniele Chatrian qualcosa è scattato. Secondo la ricostruzione degli investigatori l’uomo si alza, va in cucina, afferra un lungo coltello dal cassetto, ritorna in camera da letto e lì colpisce la moglie Rosa.

Lei tenta di difendersi, di reagire, urla, tanto che la figlia (l’unica che è in casa con loro) si sveglia a sua volta e corre per vedere che cosa stia succedendo. Pochi attimi sufficienti perché il padre termini il suo delitto con altre tre coltellate, fatali.

Poi, come risvegliatosi da un incubo,Daniele Chatrian si rende conto di quanto ha fatto, prima cerca di soccorrere la moglie, di tamponarle le ferite con le lenzuola, con quello che trova nella camera, quindi chiama il 118 e confessa subito. E quando giunge, assieme agli altri, il vecchio maresciallo del paese che lui conosce bene, lo abbraccia in lacrime, un fiume di lacrime.

Il resto è ordinaria routine: l’arresto per omicidio volontario, il trasporto al carcere di Vercelli, la figlia minorenne affidata alla sorella maggiore, le prime testimonianze.