Agguato ad Adinolfi, potrebbe essere stata una donna a sparare

Pubblicato il 9 Maggio 2012 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Adinolfi

GENOVA – Potrebbe essere stata una donna a sparare a Roberto Adinolfi, l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare gambizzato a Genova lunedì 7 maggio. Tra i vicini di casa del manager sentiti dagli inquirenti alcuni, secondo quanto scrive la Stampa, avrebbero notato un uomo e una donna che sostavano nei giorni precedenti l’omicidio su uno scooter rosso scuro in via Montello, dove abitava Adinolfi.

Al momento l’unica descrizione degli attentatori è quella del figlio di Adinolfi, Mario, praticante in uno studio legale, che la mattina di lunedì 7 era uscito di casa 20 minuti prima del padre e allontanandosi aveva notato due persone a bordo di una moto Yahaha X Max 250 nera ferma sulla strada. Entrambi indossavano giacca e pantaloni scuri. Una, riporta la Stampa, aveva gli occhi scuri, l’altra i capelli lunghi che spuntavano dal casco.

La moto era stata rubata nell’entroterra del Ponente genovese tra l’11 e il 12 febbraio. E’ stata ritrovata abbandonata in viale Orti Sauli, vicino alla stazione di Brignole.

Gli inquirenti parlano di “analogie con quanto avveniva negli Anni Settanta”. Si attende una rivendicazione, e non si esclude, scrive la Stampa, la pista che porta nell’Europa dell’Est, alle commesse conquistate dall’azienda.

In tarda mattinata un documento, che potrebbe essere una rivendicazione dell’agguato al manager di Ansaldo Nucleare, è comparsa sul network indipendente “Indymedia” a firma GAP (Gruppi Armati Proletari). Nel testo si attacca il governo Monti e si fa riferimento anche al manager gambizzato. Gli esperti antiterrorismo dei carabinieri, però, escludono che il documento firmato Gap sia la rivendicazione dell’attentato del 7 maggio. Lo ritengono semmai ”un attestato di solidarietà” con chi l’ha commesso.

l documento siglato GAP è stato pubblicato su Indymedia alle 18 del 7 maggio scorso, lo stesso giorno dell’attentato a Roberto Adinolfi. Intitolato ”Contro la violenza dei padroni…violenza rivoluzionaria”, fa riferimento in modo esplicito all’agguato di Genova: ”Oggi, 7 maggio 2012, un altro infame rappresentante del capitalismo è stato gambizzato a Genova! La violenza che un pugno di parassiti perpetua contro la classe operaia e le masse popolari inizia a riversarsi contro chi di questa violenza ne ha fatto la sua arma di difesa e di controrivoluzione preventiva. Ma ai padroni verrà tolto il monopolio della violenza che si trasformerà in giustizia proletaria ai fini della rivoluzione”.

Nel testo, piuttosto lungo, si fa riferimento anche ad Alberto Musy, il consigliere comunale di Torino dell’Udc ferito in un agguato a Torino il 21 marzo scorso.”Un assessore dell’UDC, avvocato difensore degli intrallazzatori e degli speculatori, è stato preso di mira e colpito da 6 colpi di revolver”. Riferimenti anche contro il ”governo tecnico”, ”un governo che nessuno ha votato e per l’instaurazione del quale i politicanti, sia di destra che di sinistra, non hanno domandato nessun parere alla loro base, ai loro iscritti e ai loro elettori”. Il testo si conclude in questi termini: ”Lavoriamo per l’organizzazione di un partito rivoluzionario – ha detto – che sappia anche orientare all’autodifesa del proletariato! GAP”.

Dopo quello firmato dai Gap, un altro comunicato di solidarietà a chi ha colpito Adinolfi è stato pubblicato su internet. Intitolato ”Nessuna lacrima vada sprecata”, il comunicato è stato pubblicato nella tarda serata di ieri su Indymedia Svizzera da qualcuno che si firma ‘Compagno Tokarev‘ (la pistola che sarebbe stata utilizzata nell’agguato). ”Non abbiamo bisogno di rivendicazioni esplicative ma di bei gesti e di solidarietà complice” si legge nel testo. ”Ansaldo – prosegue il comunicato – è da tempo il braccio nucleare di Finmeccanica, multinazionale dell’unico vero terrorismo”.

Secondo quanto riporta il Secolo XIX, nel 2010 ad Ansaldo Energia a Genova circolarono volantini firmati Br, ma azienda e sindacati scelsero di non farlo sapere. Due anni fa, scrive il quotidiano genovese riferendo la testimonianza del segretario della Fim Cisl ligure, Claudio Nicolini, vennero trovati ad Ansaldo Energia ”una manciata di fogli scritti al computer, siglati con la stella a cinque punte”. ”Accadde più o meno due anni fa – ha detto Nicolini al Secolo – successe in Ansaldo Energia. Soliti concetti farneticanti delle Br, sui cosiddetti grandi temi e sul mondo del lavoro”.

”La vicenda – aggiunge il giornale – non trova, almeno lì per lì, particolare risalto, anche se gli inquirenti vengono tenuti informati. E ad alcune verifiche, di oggi, sembra che il documento sia stato analizzato e giudicato non troppo allarmante”. ”Non credo che si possa affermare che ci possa essere un qualche collegamento tra quanto accaduto allora e l’attentato di lunedì” ha aggiunto Nicolini.

Nel maggio 2011 l’Ansaldo Nucleare era finita anche nel mirino degli eco-anarchici contrari al trasporto di scorie nucleari,dopo lo smantellamento delle centrali italiani, ferme da decenni.

Dall’ospedale San Martino, dove ha ricevuto anche la visita dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, Angelo Bagnasco, Adinolfi ha detto di voler “tornare a casa”, di voler riprendere la “vita di sempre”. E di non riuscire “assolutamente a spiegarsi le ragioni dell’attentato. Mai ricevuto minacce, mai visto niente di sospetto, in tutti questi mesi, in tutti questi anni”.

Il medico che lo ha in cura ha fatto sapere che “Va benissimo il decorso post-operatorio. Il proiettile non è stato ritenuto, ha attraversato il polpaccio senza provocare lesioni gravi. Questo è l’aspetto positivo, che conforta tutti, soprattutto i familiari”.