PESCARA – “Rapito”. La famiglia di Roberto Straccia, lo studente di 25 anni scomparso a Pescara dopo essere uscito per un po’ di footing non ha dubbi. Lo dice a gran voce sua sorella (“Qualcuno gli impedisce di parlare, di mettersi in contatto con noi”), lo ripete il padre (”Non credo che Roberto si sia allontanato volontariamente, penso che qualcuno lo stia trattenendo contro la sua volonta”).
Ma il mistero resta anche perché, scavando nella vita privata di Straccia gli investigatori non sembrano aver trovato appigli. Un ragazzo normale, che aveva appena chiesto la tesi di laurea, uno sportivo. Nulla, insomma, che lasci pensare ad un allontanamento volontario.
Nel frattempo i cani “molecolari” hanno fiutato e ricostruito il percorso compiuto da ragazzo il giorno della scomparsa. Le tracce si fermano ad una panchina, dove, spiega Sky Tg24, “Roberto si fermava di solito per lo stretching”. Cosa sia successo dopo, però, è ancora avvolto nel buio. E anche la pista del sequestro, per quanto in un primo momento giudicata poco plausibile, può avere un suo fondamento.