Rodolfo Fiesoli: il “profeta” della libidine coccolato dalla sinistra

Pubblicato il 16 Gennaio 2013 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
Rodolfo Fiesoli: il “profeta” della libidine coccolato dalla sinistra (Nella foto ‘Il Forteto’)

ROMA – Rodolfo Fiesoli può essere definito il “profeta” della libidine coccolato dalla sinistra. “Profeta” come viene chiamato in qualità di fondatore e presidente della comunità ‘Il Forteto’, nel Mugello, dove dagli anni Settanta vengono ospitati minori in difficoltà. “Della libidine” perché è stato arrestato un mese fa con l’accusa di violenza sessuale e maltrattamenti sui suoi piccoli ospiti (ora è ai domiciliari) e già nel 1985, a pochi anni dalla nascita de ‘Il Forteto’, Fiesoli e il suo socio Goffredi furono arrestati e condannati per maltrattamenti e atti di libidine. Lui si è sempre dichiarato innocente, puntando il dito contro “sette che vogliono distruggermi”. “Coccolato dalla sinistra” perché “Il Forteto”, come ricorda Il Corriere della Sera, è una coop agricola che per quasi 30 anni è stata considerata da tutti (istituzioni, Regione Toscana, sinistra, cattolici, settori della magistratura) una delle strutture d’eccellenza in cui andavano a far visita politici, sindacalisti, magistrati. E proprio per questa “passione” della politica (soprattutto di sinistra) gli sono stati girati per decenni contributi pubblici a sei zeri (1 milione e 200 mila euro in 13 anni). C’è chi definisce la comunità di Fiesoli una “cassaforte di voti della sinistra”.

Su Rodolfo Fiesoli e sui presunti maltrattamenti al “Forteto” indagano la Procura di Firenze (che ha avviato indagini su 22 persone tra cui il cofondatore della comunità, Luigi Goffredi) e una commissione d’inchiesta del consiglio regionale della Toscana. Quest’ultima dopo 4 mesi di lavoro, 23 sedute e l’audizione di 53 persone ha presentato la sua relazione su Fiesoli. Una relazione agghiacciante, che annovera tra le attività del ‘Forteto’: “Abusi sessuali praticati e professati per liberare i ragazzi dal male”. Umilianti “chiarimenti”.E ancora: “Il sesso permeava l’esistenza della comunità, i minori divenivano prede e ciò avveniva, non solo con il consenso collettivo, ma anche con quello dei genitori affidatari presenti in comunità”.
La commissione d’inchiesta ricorda come Fiesoli sia stato già condannato nel 1985 per “maltrattamenti e atti di libidine” e nonostante ciò il Tribunale dei minori ha continuato a inviare minori da custodire al ‘Forteto’, la Regione ha continuato a girargli contributi pubblici, i politici hanno continuato a frequentare e incensare “Il profeta”. Tutto ciò, continua a sottolineare la commissione d’inchiesta, è continuato anche dopo il 2009, quando iniziarono ad arrivare le prime denunce dei ragazzi.

“Cassaforte di voti della sinistra”. C’è poi chi definiva “Il Forteto” la “cassaforte di voti della sinistra”. A dirlo è l’ex sindaco Pci di Calenzano, Fabrizio Braschi: “Quando il politico andava lì, faceva magari il 10% di tre serate nel paese…”. La stessa commissione d’inchiesta scrive su questa vicinanza della politica (e della sinistra in particolar modo) con Fiesoli e annovera i politici che erano soliti fare visita alla comunità: “Da Piero Fassino a Susanna Camusso, da Rosy Bindi a Livia Turco, dall’ex governatore Claudio Martini ad Antonio Di Pietro. E poi magistrati del Tribunale dei minori, giudici onorari e non”.

Scrive la commissione, secondo Il Corriere della Sera: “Chi compie un passaggio in vista di prossime elezioni, chi per una stretta di mano con foto, chi scrive prefazioni…”. E dalla regione Toscana arrivavano i soldi: “Dal 1997 al 2010 – scrive la commissione – la comunità ha ottenuti contributi per 1 milione e 200 mila euro”.