Rom 17enne investe e uccide Luciano Zarlenga in bici. Poi…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2015 - 18:13 OLTRE 6 MESI FA
Rom 17enne investe e uccide Luciano Zarlenga in bici. Poi...

Rom 17enne investe e uccide Luciano Zarlenga in bici. Poi… (foto Ansa)

ROMA – Luciano Zarlenga, 52 anni, è stato ucciso da un’auto pirata mentre era in bici, a Roma, in zona Casilina. Colui che l’ha ucciso, un ragazzo di 17 anni di origine rom, si è costituito a Treviso dopo una fuga durata quasi 24 ore. E dopo una caccia all’uomo che aveva impegnato forze dell’ordine e cittadini.

L’incidente. L’incidente è avvenuto la sera del 5 novembre in via Fontana Candida quando un veicolo tipo Honda Jazz ha investito ed ucciso la vittima che era in bicicletta dandosi successivamente alla fuga. Immediatamente numerose pattuglie, circa 20, dei vigili urbani si sono mobilitate alla ricerca del veicolo investitore. Grazie alla testimonianza di due persone che avevano assistito al fatto, sono stati raccolti numerosi elementi per il rintraccio dell’auto investitrice, avvenuto poco dopo nelle campagne circostanti a via Fontana Candida: l’auto era chiusa ma presentava i segni evidenti dell’investimento.

Le ricerche anagrafiche sulla targa portavano ad una persona di sesso femminile che risulta ufficialmente proprietaria del veicolo, ma dagli accertamenti è risultata estranea ai fatti. Il veicolo infatti era stato venduto il giorno precedente, tramite una agenzia che si trova nel napoletano, ad un uomo di circa 30 anni, nomade, residente a borgata Finocchio.

La fuga e la resa. Il ragazzo si è costituito il pomeriggio del 6 novembre in una caserma dei carabinieri di Treviso. Il ragazzo aveva raggiunto Treviso nella notte e la sua decisione di costituirsi era stata preannunciata da alcuni parenti che si erano recati presso il gruppo di Sicurezza Pubblica Emergenziale, a Ponte di Nona.Il ragazzo ha 17 anni, ha una moglie anch’essa minore con la quale ha avuto un figlio. La sua fuga è terminata dopo che il grosso spiegamento di forze sia della Polizia Locale di Roma e di quella di Treviso, avevano costantemente tenuto d’occhio tutti i siti legati al ricercato: parenti, amici e frequentazioni sia di Roma che della cittadina veneta.