Roma, anziana uccisa in casa: preso il killer che incolpa un “chip”

Pubblicato il 18 Giugno 2011 - 15:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ stato arrestato l’uomo che lo scorso 7 giugno uccise una donna di 75 anni, ritrovata nella vasca da bagno del suo appartamento con un filo al collo. L’uomo, un giovane imprenditore di 23 anni è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile della questura di Roma. L’omicida ha tentato di eliminare il corpo in vari modi, anche sciogliendolo nell’acido.

Inizialmente si era pensato ad un caso di suicidio. Il presunto assassino ha detto di essere stato ”guidato dalle voci” per compiere il delitto. A firmare il provvedimento di fermo di indiziato di delitto è stato il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Andrea Mosca, coordinato dal procuratore capo Giovanni Ferrara.

A incastrare il giovane sono state le immagini dell’impianto di videosorveglianza che la 75enne aveva fatto installare nell’abitazione e hanno registrato il massacro, durato mezz’ora. Era il giorno del compleanno della vittima che ha aperto la porta all’assassino con un pacco contenente una tanica riempita dell’acido.

All’entrata il giovane, ha sferrato un pugno alla donna che è caduta in terra. L’ha presa ancora a calci ed è saltato sul suo corpo, provocando un’emorragia interna provocata dalla frattura di una costola. L’ha trascinata in bagno e sistemata nella vasca, le ha legato un laccio al collo tentando di simulare goffamente un suicidio e, dopo aver indossato un mefisto, ha gettato l’acido nella vasca. Poi ha aperto i rubinetti del gas e con della carta ha bruciato un sacchetto di plastica, prima di disseminare cuscini in terra ovunque lungo la stanza. Il giovane ha utilizzato i guanti subito dopo aver colpito la donna e prima di uscire dall’abitazione. Il tutto è avvenuto in una mezz’ora e l’allarme è stato dato in seguito dai vicini che in tarda serata hanno chiamato i vigili del fuoco per un incendio.

Durante l’interrogatorio, S.S., l’imprendito accusato dell’omicidio pluriaggravato per motivi abietti e futili e premeditazione, ha farneticato di un chip nella sua testa. “Oggi esistono tecnologie in grado di manipolare la mente umana”, ha raccontato agli investigatori.

Non ha negato le accuse, ma non ha neanche risposto alle domande degli inquirenti. L’uomo gestiva una società di servizi condominiali, non ha problemi economici e conduce una vita apparentemente normale. Fin dall’adolescenza è fidanzato con una sua coetanea, nipote dell’anziana uccisa. Sembra che il giorno precedente l’omicidio la vittima aveva chiesto informazioni a qualcuno per devolvere in eredità il proprio appartamento, quello dove è avvenuto l’omicidio, a una persona non ancora specificata