Roma come Chicago: sempre più violenta e “camorrizzata”

Il cadavere di Roberto Ceccarelli davanti al Teatro delle Vittorie (Lapresse)

ROMA – “Roma Violenta” sembra pari pari un titolo uscito da una collezione di cinema di serie B anni 70. “Roma come Chicago” è il titolo del “film” che sta andando adesso in onda nelle strade della Capitale. E non è un film: 27 omicidi nei primi 9 mesi del 2011, un buon numero di gambizzati, traffico di droga, interi quartieri sotto controllo della criminalità organizzata.

Gianni Alemanno nel 2008 vinse le elezioni puntando sul problema della sicurezza. Ora dal più illustre dei sette colli, il Campidoglio, deve amaramente fare i conti con sette zone della città che ogni giorno gli “regalano” un titolo di cronaca nera sui giornali. Tor Bella Monaca, San Basilio, Trullo, Magliana, Residence Bastogi, San Lorenzo, Torpignattara: nel grande risiko che si gioca sull’asfalto della Capitale, le forze dell’ordine alle prese con i tagli di bilancio arretrano e chiudono commissariati, la criminalità avanza.

Criminalità che gli investigatori ancora non paragonano alla grande malavita organizzata, ma che si sta “camorizzando”, a detta degli stessi investigatori: come i clan napoletani, le bande in azione a Roma usano bambini come “sentinelle”, che per pochi euro al giorno, sorvegliano il quartiere avvisando spacciatori e capi banda dell’arrivo di macchine “sospette” e di auto di polizia e carabinieri; quartiere che viene tenuto sotto lo scacco di intimidazioni e atti di teppismo, talvolta di avvertimenti a suon di colpi di pistola.

San Basilio, estrema periferia a nord-est di Roma, è diventato un punto di riferimento per lo spaccio al dettaglio di eroina e cocaina. Proprio a San Basilio Ennio Lupparelli, pensionato di 68 anni, è stato ucciso per 10 euro. E’ successo il 21 settembre scorso: Lupparelli ha reagito allo scippo della borsetta di sua moglie, ma lo scippatore in fuga lo ha investito con la sua auto schiacciandogli la testa sotto le ruote.

Spostandosi all’estrema periferia sud-est si trova un quartiere più tristemente noto, Tor Bella Monaca. Una “fama” rinverdita qualche giorno fa, quando in un agguato a un pregiudicato romano di 46 anni è rimasta ferita una bambina di 10 anni, sua figlia.

Per non parlare del Trullo, periferia ovest a un chilometro dalla più conosciuta Magliana: in una sola via, Monte delle Capre, si sono concentrati negli ultimi tempi una serie impressionante di omicidi, gambizzazioni, accoltellamenti e incendi dolosi.

Ma la criminalità romana ha fatto ancora più notizia quando ha regolato i propri conti in pieno centro, nei quartieri bene e in orari di punta. E’ il caso degli agguati che hanno portato all’omicidio di Flavio Simmi, 33 anni, freddato da due killer in moto in via Grazioli Lante della Rovere, pieno quartiere Prati; e di quello di Roberto Ceccarelli, 45 anni, fatto fuori a colpi di pistola fuori dal Teatro delle Vittorie, quello dei varietà Rai del sabato sera.

A preoccupare il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, sentito dalla Commissione Antimafia “sono le gambizzazioni, più degli omicidi”, perché indicano il passaggio da una violenza spicciola che a volte può sfociare nell’omicidio a una violenza come sistema di potere e di controllo. Così, mentre Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra continuano a considerare Roma come “un luogo di investimenti, non di battaglie e di sangue”, come ha spiegato sempre alla Commissione Antimafia il procuratore capo della Capitale Giovanni Ferrara, nelle strade agiscono indisturbate “piccole bande molto violente”. Bande di “affamati e bulli” che rischiano di trasformare la Roma dei prossimi mesi nella Chicago degli anni 30.

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