Roma, allarme debito: ma assume il fratello del medico di Berlusconi…

Pubblicato il 28 Febbraio 2012 - 10:26 OLTRE 6 MESI FA

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno (Foto LaPresse)

ROMA – E’ allarme debito per Roma: la Capitale ha finito i soldi e ha un buco nei conti che si allarga oltre a non riscuotere in pieno ciò che gli spetta. In particolare a soffocare il Campidoglio sono il mancato incasso dei due miliardi da parte del Commissario di governo al debito, di cui sono entrati solo 450 milioni, e i 700 milioni dovuti dalla Regione per il trasporto pubblico locale. Intanto però impazzano le polemiche per un’altra nomina “sospetta”: Paolo Zangrillo, fratello di Alberto, medico personale dell’ex premier Berlusconi,è stato appena nominato capo del personale in Acea con uno stipendio di 300 mila euro e una casa di otre 250 metri quadrati con vista sul Quirinale come benefit.

A lanciare l’allarme sui conti in rosso della Capitale è stato il premier Mario Monti dopo un incontro di oltre due ore con il sindaco Gianni Alemanno. Il messaggio è chiaro:  “Roma sta vivendo una fase molto critica per quanto riguarda la situazione della liquidità”, ovvero non ha più un euro e ha debiti per 600 milioni che ora lo Stato rivuole. Nonostante i 500 milioni che verranno dall’Imu sulle prime case (460) e dall’Ici che graverà sugli immobili del Vaticano (40), continua a rimanere con le casse a secco. Si deve quindi correre ai ripari.

Insieme Monti e Alemanno hanno quindi trovato un accordo in tre punti per “medicare” la Capitale. Al primo: sveltire l’operazione che riguarda 15 caserme da trasformare in case e servizi, già oggetto di un protocollo d’intesa ai tempi del governo Berlusconi e del ministro della Difesa La Russa.

Al secondo: assicurare la regolarità dei flussi di trasferimenti dallo Stato al Comune, anche attraverso la Regione Lazio. A questo proposito saranno istituiti due “tavoli tecnici”.

Infine il terzo: una rapida approvazione del secondo decreto legislativo di Roma Capitale con trasferimento di poteri dalla Regione e innalzamento del numero dei consiglieri a 60. E si parla anche di più fondi Cipe per le grandi opere e di un distretto turistico balneare.

Ma sicuramente per i conti malandati del Campidoglio una boccata d’ossigeno verrà dalle caserme, quindici impianti militari in zone pregiate, dal Flaminio a viale Angelico. Di questi quattro sono stati affidati al demanio per venderli e coprire i 500 milioni di euro che lo Stato ha anticipato al Commissario di governo per il debito. Mentre sulle altre 11 il Comune potrà guadagnare dalle variazioni di destinazione d’uso una parte degli spazi.