Roma: consumo di droga e alcol in aumento. Boom di eroina e cocaina

di Dario Parascandolo*
Pubblicato il 9 Aprile 2010 - 17:12 OLTRE 6 MESI FA

Consumo di droghe in aumento, soprattutto fra i giovanissimi. È quanto emerge dalla relazione annuale sugli stupefacenti, realizzata dall’agenzia comunale di Roma per le tossicodipendenze. In particolare, lo studio sottolinea un incremento del consumo di eroina e cocaina. Di queste sostanze, infatti, si potrebbe parlare di vero e proprio boom, soprattutto per la coca, che nel 2009 ha registrato un’impennata del 30 per cento, raggiungendo il 70 per cento dei consumi totali. Quasi raddoppiate, rispetto al 2008, le assunzioni di eroina. Preoccupante anche l’utilizzo dell’alcol, che dal 7 per cento di dipendenza del 2008, è schizzato al 19 per cento nel 2009.

La quasi totalità dei 1930 tossicodipendenti che si sono rivolti lo scorso anno ai centri di recupero sono uomini, la cui età media si aggira sui 38 anni (minima 16 e massima 67). E anche i gusti variano in base all’età. I più giovani preferiscono di gran lunga la cocaina, mentre i soggetti dai 36 e i 45 anni consumano eroina. «Abbiamo dati allarmanti soprattutto per quanto riguarda l’età delle assunzioni. I servizi devono essere improntati sulla prevenzione e la nostra emergenza è soprattutto sull’utilizzo di cocaina», spiega il presidente dell’agenzia comunale per le tossicodipendenze Massimo Canu.

I dati registrati nel 2009 sono lo specchio di un radicale cambiamento delle modalità di spaccio. E il successo della cocaina fra gli adolescenti è la conseguenza di una maggiore facilità di accesso alla polvere bianca, una volta appannaggio e miraggio solo di chi disponeva del centone nel portafogli. Oggi con 20 euro è possibile procurarsi la quantità necessaria per lo sballo personale di una serata. Un paio di “piste” e via, facili ed economiche, soprattutto se vengono confrontate con il costoso grammo di alcuni anni fa venduto al dettaglio. E la marijuana, tradizionalmente il primo “step” fra i neofiti, è destinata a un rapido declino. Conseguenza, questa, della parificazione delle pene inflitte a chi consuma o spaccia qualsiasi tipo di sostanza. In soldoni, non esiste più la differenziazione tra droghe leggere e droghe pesanti. Inoltre, l’inasprimento delle pene inflitte a chi guida sotto l’effetto di stupefacenti hanno giocato un ruolo rilevante, e non poco. I livelli di THC, principio attivo responsabile dello “sballo” dei cannabinoidi, permangono, infatti, nel sudore fino a tre settimane dall’assunzione. Anche se perfettamente “lucidi”, è quindi possibile risultare positivi a un controllo a distanza di alcuni giorni dalla “canna”. E molti narcotest in dotazione alle forze dell’ordine sono proprio dei cerotti-tampone per il sudore.

E le smart drug, “droghe furbe”, riscuotono tanto successo proprio perché procurano gli stessi effetti delle droghe tradizionali, ma non sono catalogate fra le sostanze stupefacenti e non sono rilevate dai narcotest o dalle analisi antidoping sulle urine. È il caso di erbe miracolose legalmente vendute negli smart shop con tanto di scontrino fiscale come “spice” o “n-joy”, che, se fumate, regalano uno sballo identico, quando non moltiplicato, della classica cannabis. Il principio attivo dello “sballo” è catalogato come JWH-018 o come JWH-073 ed è un cannabinoide sintetico ottenuto chimicamente in laboratorio. Ma gli effetti sulla salute, a breve e a lungo termine, sono ancora quasi del tutto sconosciuti. Negli ultimi mesi, soltanto in Italia sono saliti a sei i casi di intossicazione. Fra gli effetti collaterali, sono stati riscontrati tachicardia, panico e stati confusionali. A una donna di 55 anni, che ha assunto più volte le droghe smart, è stato diagnosticato un disturbo bipolare della personalità.

*Scuola di Giornalismo Luiss