Roma, due caffè e due dolci 34 euro. Confcommercio: “Volgari rubagalline”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2015 - 11:57 OLTRE 6 MESI FA
Roma, due caffè e due dolci 34 euro. Confcommercio: "Volgari rubagalline"

Roma, due caffè e due dolci 34 euro. Confcommercio: “Volgari rubagalline”

ROMA – “Volgari rubagalline“. Così il presidente di Confcommercio Roma, Rosario Cerra, si è scagliato contro ristoratori ed esercenti di piazza San Pietro e Borgo Pio che, in vista del Giubileo straordinario a Roma indetto da Papa Francesco, già fanno “affari” a spese dei turisti. E’ il caso dei 34 euro per due caffè e due dolci che una coppia tedesca si è vista chiedere in via della Conciliazione il giorno dell’udienza di Papa Francesco. A raccogliere le loro lamentele è Manuela Pelati sul Corriere della Sera, che prova a fare i conti in tasca agli sventurati coniugi pellegrini:

«È troppo caro mangiare qui – dice sconsolato il tedesco – siamo andati ai musei Vaticani e alla cappella Sistina e poi questo conto…? È esagerato…». L’uomo mostra lo scontrino e la lamentela non si ferma: «Abbiamo preso l’hotel a Trastevere a 180 euro la matrimoniale, ma il prezzo non li vale». La giornata dei coniugi alle tre del pomeriggio è costata 28 euro a testa per i musei vaticani e 17 per il ristoro, per un totale di 90 euro. Adesso si avviano verso gli open bus in sosta all’inzio di via della Conciliazione: il giro nel centro storico costa 20 euro a testa.

Il Corriere annota prezzi e differenze tra il menu e lo scontrino. Spesso i conti non quadrano: un panino per i turisti in media costa 5 euro, per i romani sono 3,50. Sulla carta una macedonia costa 9 euro, ma sullo scontrino c’è scritto 15 euro. Così come il prezzo scandaloso di un caffè è 4 euro. E pure gli alberghi e servizi turistici non sono da meno.

Per Rosario Cerra, i “furbetti” del rincaro sono degli incoscienti:

“Piccoli truffatori che non sanno che ora l’economia è social, hanno un modo antico di lavorare perché appena fanno pagare 34 euro per due caffè e dolci, il loro conto salato sarà pubblicato on-line, sarà diffuso in tutta la rete di conoscenze dei truffati . E diventerà un boomerang per loro, nessuno tornerà in quel posto”.

Che poi non è detto, perché alla fine è la posizione che conta e nei giorni di ressa del Giubileo ogni bar, ristorante, albergo sulle vie giubilari sarà inevitabilmente preso d’assalto. Urge un piano per calmierare i prezzi. Confcommercio si sta attrezzando con un patto a tutela del pellegrino da concordare con il Vicariato e tutte le istituzioni locali e religiose.

“I nostri associati – dice Cerra al Corriere – sono disponibili a qualunque forma di collaborazione per alzare la qualità della nostra offerta. Noi dobbiamo pensare ai turisti ed ai pellegrini come cittadini temporanei di Roma e come tali devono essere trattati e considerati”.

E chi offre prodotti scadenti (surgelati) a prezzi esosi, non ha scuse:

“E’ pari per noi ad un ladro e ad un rapinatore, come tale dovrebbe essere trattato. Perché deruba la nostra città, insieme al malcapitato turista e pellegrino, della sua immagine decorosa di Capitale dell’accoglienza. Certo noi non possiamo sostituirci alle forze dell’ordine, ma stiamo pensando ad un bollino di qualità che caratterizzi esercizi sicuri, dove mangiare, bere, prendere un gelato o un cappuccino di qualità a prezzi giusti”.

Pure Federalberghi propone un codice etico:

“I nostri prezzi saranno sempre trasparenti e calmierati – assicura il presidente Giuseppe Roscioli – Per le giornate speciali offriremo pacchetti speciali, come la giornata della Famiglia o dei Giovani. E poi saremo a disposizione per offrire aiuto e ristoro ai pellegrini, che avranno necessità particolari durante la loro permanenza, anche se non sono nostri ospiti paganti”.

Ma in assenza di controlli è tutto vano. Intanto Pelati sul Corriere consiglia di allontanarsi di un paio di isolati per sfuggire ai prezzi salati

“Alcune turiste italiane con figli preferiscono la pizza al taglio e con il vassoio di 4 pezzi al costo di dieci euro si avviano alla ricerca di un gradino libero con vista sul colonnato. Superato l’arco che porta in via di Porta Angelica tutti i ristoranti hanno menù fissi a 15 euro. Nei minimarket gestiti da bengalesi il panino vuoto costa 1 euro, poi c’è l’affettato in busta a 3 euro: in assoluto è il meno costoso ma c’è «il fai da te» che è un po’ scomodo per la strada. Su Borgo Pio e Borgo Vittorio tra le trattorie storiche e i nuovi fast food c’è pasta per celiaci, wi-fi per e take away. «Siamo aperti tutti i giorni dalle 10 alle 18, compresa la domenica». A poche centinaia di metri, invece, in via Cola di Rienzo, l’odore di della torrefazione invita ad entrare e a gustare un caffé: costa «solo» 90 centesimi”.