Roma: ex Nar, naziskin, picchiatori da stadio…la rete nera attorno al Comune

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2014 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
Roma: ex Nar, naziskin, picchiatori da stadio...la rete nera attorno al Comune

Sandro Andrini

ROMA – Ex Nar, naziskin, picchiatori da stadio… Sono i personaggi che compongono la rete nera che si muoveva nei pressi del Comune di Roma e della Regione Lazio. Una sorta di cupola mafiosa nella Capitale che martedì ha portato all’arresto di 37 persone con l’accusa di associazione mafiosa. 

Dai movimenti di estrema destra ai vertici dell’amministrazione, ecco alcuni dei protagonisti

Stefano Andrini, 44 anni, ex naziskin, ultrà della Lazio. Quando venne assunto al vertice della nettezza urbana, nel 2009, ci si ricordò della volta in cui – vent’anni prima – aveva massacrato a colpi di spranga due ragazzi di sinistra. “Ho pagato il mio debito, sono un altro uomo”, disse Andrini.

Come riporta Mattia Feltri per La Stampa

Nel 2010 poi finì in galera per rapporti con la ’ndrangheta il senatore Nicola Di Girolamo, del Pdl, eletto all’estero. Saltò fuori che Di Girolamo era agli ordini di Gennaro Mokbel, l’imprenditore romano che in casa ha un busto di Benito Mussolini e un ritratto di Adolf Hitler. Ordini energici e coloriti, del resto Mokbel è uno in buoni rapporti con Antonio D’Inzillo, considerato l’assassino di Renato De Pedis, il boss della Banda della Magliana che è il Dandi nel Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo. Di Girolamo patteggiò fra l’altro per scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso, e nel frattempo era venuto fuori il ruolo di Andrini nella sua candidatura, al tempo in cui Andrini era al ministero per gli Italiani all’estero di Mirko Tremaglia. Altro scandalo, e dimissioni di Andrini dal Comune.

Un groviglio da emicrania. Ed è tutto così, attorno al Campidoglio di Alemanno. Un groviglio a cui le vicende di ieri aggiungono soltanto la bollinatura della procura, un esito inevitabile per chiunque legga due righe di cronaca romana. Uno degli arrestati, per esempio, è Riccardo Mancini, finanziatore di Alemanno, ex di Avanguardia nazionale. È la sigla rivoluzionaria nera fondata da Stefano Delle Chiaie, oggi settantottenne, ieri amico di Pino Rauti, defunto suocero di Alemanno (e non lo si scrive per insinuare chissà che). Delle Chiaie, lo si dice ai pochi digiuni, è stato processato anche per la strage di Bologna e di piazza Fontana, senza successo per l’accusa. Mancini cresce lì dentro e negli anni diventa amico di Massimo Carminati, altro personaggio di Romanzo Criminale, detto il Nero per i gusti politici. Carminati passa da Avanguardia nazionale ai Nar, i Nuclei armati rivoluzionari in cui militano Francesca Mambro e Giusva Fioravanti, ed è di quelli – non pochissimi – che stringono sinergie con la criminalità, in particolare con la Banda della Magliana. Ma qui siamo al si dice, perché Carminati sfugge ad ogni accusa, compresa quella di aver partecipato all’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Ieri è stato arrestato insieme con l’amico Mancini che – ecco il punto – sotto Alemanno regnante diventa amministratore delegato di Eur Spa.

Non soltanto ex terroristi, ma persino picchiatori da stadio come Claudio Corbolotti, che entra nella segreteria nel sindaco Alemanno dopo aver raggiunto qualche notorietà con l’arresto per gli scontri di un derby Roma-Lazio del 2004.