Roma, Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci anarchici arrestati per terrorismo

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2013 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA

carabinieri-gazzellaROMA – Ordigni e fiamme contro istituti di credito, negozi e sedi Enel e Eni, tra il 2010 e il 2013. Sono stati arrestati alle prime luci dell’alba, a Roma, Gianluca Iacovacci e Adriano Antonacci, 29 e 26 anni, entrambi incensurati. Per loro le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, incendio, furto aggravato in concorso e deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Gli episodi sono in tutto 13, compiuti nell’area dei castelli romani.

I carabinieri, oltre agli arresti, hanno anche eseguito numerose perquisizioni nei confronti di persone appartenenti alla struttura eversiva Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale).

Gli indagati sono accusati di una serie di attentati e danneggiamenti ai danni di istituti di credito, esercizi commerciali e sedi periferiche di Enel ed Eni, compiuti in provincia di Roma negli ultimi tre anni. Nello stesso contesto sono in corso delle perquisizioni, sempre nell’hinterland della capitale, nei confronti di altre tre persone. I

Sono accusati, tra l’altro, di “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico” (l’art 270 bis del codice penale, introdotto nel 2001 dopo l’attentato alle torri gemelle) i due anarchici arrestati dai carabinieri del Ros. Ai due – entrambi residenti nella zona dei castelli Romani e incensurati – sono stati contestati anche i reati di concorso in “atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”, incendio, furto aggravato, deturpamento e imbrattamento di cose. Secondo le indagini – coordinate dalla procura di Roma e condotte anche attraverso intercettazioni e pedinamenti – sono gli autori di 13 azioni eversive e attentati compiuti dal 2010 al 2013.

L’arresto dei due anarchici da parte dei carabinieri del Ros ha evitato “che venissero portati a compimento ulteriori atti eversivi”. E’ quanto sottolineano gli inquirenti romani, secondo cui la custodia cautelare in carcere è l’unico mezzo per evitare il compimento di altri reati. Ciò perchè i due indagati risultano “stabilmente inseriti in un sodalizio criminoso diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale, avvalendosi anche dell’uso delle armi, seppur rudimentali”.