Roma, Ivan Scapigliati e Postapiù: 10 milioni spariti nel nulla

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Febbraio 2014 - 10:14 OLTRE 6 MESI FA

soldiROMA – Dieci milioni di euro versati dai residenti per pagare le bollette spariti nel nulla. “Mi spiace per le persone che sono state truffate, chiedo scusa, ma Postapiù ha danneggiato anche me e la mia famiglia”. Ivan Scapigliati, 25 anni, abita a Roma, al Tufello. È lui che gestiva assieme alla madre, Cinzia, l’ufficio di servizi postali in franchising di via Monte Rocchetta, da cui appunto sarebbero spariti nel nulla almeno dieci milioni di euro versati dai residenti per pagare utenze domestiche e altri bollettini.

Riccardo Tagliapietra per il Messaggero spiega:

Dietro il raggiro c’è Postapiù l’azienda palermitana, con 72 affiliate in tutta Italia, al centro di un’inchiesta per truffa e violazione della normativa del testo unico delle leggi bancarie. Un sogno quello di Scapigliati che si è infranto dopo un anno, davanti ai sigilli della Finanza arrivata il 19 marzo 2013 nel locale di proprietà del Comune, affittato alla famiglia del ragazzo. Ivan come comincia la sua storia? “Avevamo una copisteria da 25 anni, ma gli affari andavano male. Avevo vagliato varie possibilità di franchising per servizi postali, prima lavoravo per la Sailpost. Postapiù mi era sembrata la più conveniente”.

Come ha cominciato? «Ho fatto dei prestiti, 22mila euro e dopo qualche mese altri 25mila. I primi sono serviti ad aprire il 23 gennaio del 2012 l’ufficio di via Monte Rocchetta, comprese le licenze e il pagamento a Postapiù. Il resto dei soldi serviva per la seconda agenzia in via Monte Cervialto, mai partita, perché appena finiti i lavori sono arrivati tre finanzieri che mi hanno detto che era tutto abusivo». Cosa si poteva fare presso la sua agenzia? «Ricariche telefoniche, pagamento dei bollettini, ricariche Sky, Mediaset e altri prodotti postali». Ma quando si è accorto che qualcosa non andava? «Dopo qualche mese erano arrivati dei clienti, dicevano che i bollettini non risultavano pagati. Io chiamavo a Palermo e l’azienda mi raccontava che era tutto a posto, mi dava anche i codici Cro per rintracciare il pagamento. Qualcuno dei clienti, infatti, non è più tornato. Avevo pagato anche le mie bollette, sembrava tutto regolare». Quanto denaro girava in agenzia? «Una media di 20mila euro al giorno, mai sotto i 13mila».

Il suo guadagno qual era? «Prendevo una percentuale sui bollettini: 70 centesimi per ogni cedolino pagato. Circa 120 euro al giorno esentasse». E i soldi che fine facevano? «Versavo giornalmente l’incasso con una carta di credito Postapiù alla cassa continua dell’Intesa San Paolo e tenevo la mia percentuale con cui pagavo i mutui e vivevo». Le carte prepagate, invece, come funzionavano? «Io fornivo le carte vuote, poi il cliente si arrangiava con la filiale madre di Palermo. Non gestivo quei soldi».