Roma, latitante Guerino Casamonica arrestato mentre va a messa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2017 - 11:40 OLTRE 6 MESI FA
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Roma, latitante Guerino Casamonica arrestato mentre va a messa

ROMA – Ricercato da giugno, è stato arrestato mentre andava a messa a Capena (alle porte di Roma) Guerino Casamonica, appartenente all’omonima famiglia. Aveva fatto perdere le sue tracce dopo l’emissione da parte della Corte di Appello di Roma della condanna a più di 11 anni di carcere per sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali, ma i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati gli hanno dato la caccia seguendo gli spostamenti dei familiari, in particolare della moglie e dei due figli.

Così sono riusciti ad individuarlo con certezza alle porte di Roma ed è scattato il blitz. E’ stato bloccato mentre si stava recando a messa nella chiesa di Capena in compagnia di moglie e figli. Guerino Casamonica, 37 anni, ricercato dal 27 giugno, è stato arrestato e condotto in carcere a Rebibbia. A quanto reso noto, aveva trovato ospitalità nella sede di un’Associazione di solidarietà sociale e di servizi assistenziali vicino Roma, all’interno di una palazzina dove sono presenti anche abitazioni private.

Come ricorda Repubblica, la condanna si riferisce a episodi avvenuti nel marzo 2011 quando i carabinieri lo arrestarono insieme ad altre tre persone in flagranza di reato: avevano sequestrato a Roma due uomini, un colombiano di 32 anni e un romano di 50 anni, al fine di indurli con violenza e minacce a restituire un’ingente somma di denaro, pari a 150 mila euro.

I parenti dei due erano stati contattati e minacciati affinché provvedessero a pagare una prima tranche di 30 mila euro in contanti per ottenerne la liberazione. Le immediate indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma consentirono di localizzare l’abitazione dove, da oltre 2 giorni, erano stati rinchiusi e trattenuti i due, in zona Anagnina. Nel corso del blitz per liberare gli ostaggi non mancarono momenti di tensione in quanto uno dei ‘carcerieri’ era armato di una pistola semiautomatica calibro 7,65. I due sequestrati si trovavano all’interno di una stanza appositamente allestita per la loro custodia e presentavano vistose ecchimosi al volto e su tutto il corpo causate dalle percosse subite nel corso del sequestro.