YOUTUBE Roma, assalto al centro migranti Tiburtino. Una mamma: italiani, vendicate mio figlio. Eritreo accoltellato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Agosto 2017 - 16:05| Aggiornato il 31 Agosto 2017 OLTRE 6 MESI FA
Roma, migrante discute con ragazzini: la madre raccoglie cittadini e assediano il centro

Roma, migrante discute con ragazzini: la madre raccoglie cittadini e assediano il centro

ROMA – Alcuni residenti hanno assaltato il centro di accoglienza dei migranti Tiburtino a Roma, guidati da una mamma che chiedeva vendetta per il figlio. Tutto è iniziato la sera del 29 agosto da una lite tra un migrante eritreo di 40 anni e alcuni ragazzini. L’ospite del centro di accoglienza, situato in via del Frantoio, ha tirato un sasso contro un ragazzino, che, dopo aver raccontato l’accaduto, ha scatenato la furia della madre.

La donna si chiama Pamela, ha tre figli, e ha raccontato di essere stata sequestrata e picchiata all’interno del centro prima di riuscire a chiedere aiuto: “Ho avuto paura, pensavo di morire”. Poi è tornata nel centro, accompagnata da una cinquantina di residenti, e ha guidato l’assalto in cui l’eritreo autore del lancio è stato accoltellato alla schiena. L’uomo è stato soccorso e ricoverato in ospedale, ma non è in pericolo di vita. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentato omicidio.

Secondo una prima ricostruzione, tutto sarebbe iniziato quando, intorno alle 22 del 29 agosto, il profugo ha tirato dei sassi contro i ragazzini del quartiere dopo aver avuto con loro una discussione. Un lancio di sassi che ha fatto infuriare i genitori dei ragazzini, che intorno alla mezzanotte capeggiati da una mamma hanno assediato il centro di accoglienza per chiedergli conto dell’accaduto. Pamela ha raccontato all’Ansa:

“Mi hanno sequestrata per un’ora insieme a mio nipote di 12 anni, trascinata all’interno del centro per due volte e colpita. Ho avuto paura, pensavo di morire. Loro erano in tanti, una cinquantina, mi sono coperta il volto e speravo che non facessero nulla di male al bambino”.

E ha aggiunto:

“I miei figli che erano davanti casa sono arrivati piangendo. Mi hanno raccontato che un migrante ubriaco gli aveva tirato dei sassi con mio nipote di 12 anni sono andata davanti al centro. Era lì fuori e quando ci hanno visti ci hanno trascinati all’interno per due volte. Saremo stati chiusi dentro per circa un’ora”.

Mostrando lividi e ferite Pamela continua:

“Erano tanti. Mi hanno colpita più volte. Poteva andarmi peggio. Il timore più grande è che potessero fare del male a mio nipote. Ora ho paura per i miei figli e i miei nipoti. Quel centro deve chiudere”.

Poi la donna è tornata accompagnata dai residenti e ne è nato uno scontro e l’eritreo è stato ferito alla schiena con un’arma da taglio. Il migrante è stato ricoverato in ospedale, ma non sarebbe in pericolo di vita. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentato omicidio sul ferimento del cittadino eritreo. Il pm Alberto Galanti procede per tentato omicidio ed è in attesa di un’informativa della polizia sui fatti sfociati nell’accoltellamento dell’eritreo. Nel frattempo ha nominato un interprete che possa consentire al ferito di riferire su quanto accaduto nel centro di accoglienza. A seguire due video girati davanti al centro. Il primo è stato pubblicato dall’Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev).