Roma, casa ai nomadi a Casal Bruciato. Prime denunce per le minacce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Maggio 2019 - 17:04 OLTRE 6 MESI FA
Casal Bruciato, famiglia di nomadi minacciata a Roma: prime denunce

Roma, casa ai nomadi a Casal Bruciato. Prime denunce per le minacce (Foto Ansa)

ROMA – Arrivano le prime denunce per i residenti che hanno protestato contro la famiglia di nomadi che ha preso dimora presso la casa popolare di Casal Bruciato, a Roma. La famiglia di nomadi è stata scortata all’interno della casa dalle forze dell’ordine e le persone che li hanno insultati, anche davanti ai figli, sono state identificate e denunciate per le frasi razziste.

Anche il premier Giuseppe Conte è intervenuto sulla vicenda di Casal Bruciato, sostenendo che “la legge va applicata”. Per questo motivo i residenti possono protestare per l’assegnazione di una casa a un gruppo di nomadi, ma non sono permessi insulti e minacce. Alla famiglia che entrava in casa erano arrivate anche minacce di morte, da chi prometteva di impiccarli, a chi invece gridava alla donna “ti stupro”.

Virginia Raggi, sindaco M5s di Roma, ha fatto visita alla famiglia venendo contestata e insultata a sua volta dai residenti che stavano ancora protestando. Il vicepremier Luigi Di Maio ha commentato: “Mi si attribuiscono parole del genere che ‘sono irritato e arrabbiato’: nulla di tutto questo. Io credo che quando si minaccia di stupro una donna o si costringe un bambino a stare chiuso in casa e li si minaccia solo perché hanno ottenuto un alloggio per legge, è giusto dare la massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da Casapound o da fascisti”.

La famiglia rom non ha intenzione di lasciare la casa che gli è stata assegnata e il padre ha dichiarato: “Stiamo dentro casa con mia moglie e mia figlia, ora valutiamo cosa fare. Oggi i bimbi non sono andati a scuola perché hanno paura di uscire. Alcuni di loro li abbiamo portati da una mia cugina perché avevano paura”. Per ora arrivano le prime denunce, ma la situazione si fa sempre più tesa”.