Roma. Poliziotti arrestati per stupro, due si difendono: “Attimo di scelleratezza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Ottobre 2013 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA

Roma. Poliziotti arrestati per stupro, due si difendono: "Attimo di scelleratezza"ROMA – Tre poliziotti sono stati arrestati con l’accusa di stupro il 4 ottobre a Roma, tutti e tre in servizio a San Basilio. Massimo Selva, commissario, è stato arrestato per la presunta violenza sessuale su una ragazza di 18 anni trovata in possesso di droga e che ha detto “temevo ritorsioni”. Sandro Contardo e Alessandro Stronati invece sono stati arrestati per il presunto stupro di una prostituta agli arresti domiciliari. I due poliziotti si sono difesi dichiarando che si è trattato di “un attimo di scelleratezza” e che la donna, una cubana, li avrebbe provocati.

Sara Menafra sul Messaggero ricostruisce le testimonianze delle violenze. La prima è il caso della giovane di 18 anni che h rivolto le accuse al commissario Selva, spiega il gip Tiziana Coccoluto:

“«Sono certa di aver percepito che la mia disponibilità – ha detto lei a verbale – ad essere accondiscendente alle sue richieste sarebbe stata apprezzata, lo avevo già percepito nel suo continuo rassicurarmi sul fatto che lui avrebbe potuto sistemare le cose, confermo di non essere riuscita in nessun modo a reagire, tranne il fatto di cercare di allontanarmi». La ragazza avrebbe acconsentito al rapporto «in virtù della situazione di evidente compromissione», precisa il gip: «Gli ho detto che preferivo rimanere in quegli uffici e che avrei atteso le conclusioni degli accertamenti – prosegue il verbale – ero spaventata e intimorita dal suo atteggiamento ho cercato di allontanarmi da lui ma, sempre da dietro, ha iniziato a slacciarmi i pantaloncini corti». Quindi, il sostituto commissario l’avrebbe costretta a restare con lui «fino alle prime ore del mattino»”.

La seconda vicenda invece riguarda una prostituta di origini cubane, che avrebbe registrato le conversazioni dei tre incontri con Contardo e Stronati, spiega Fabio Di Chio su Il Tempo:

“La giovane ricorda tre date: il maggio scorso, tra il 4 e il 15, il 2 giugno e ancora la notte del giorno dopo, quella della presunta violenza sessuale. Agli inquirenti la straniera racconta il primo accesso in casa. Scrive il giudice Anna Maria Fattori: «Contardo le abbassava i pantaloni, scoprendole i genitali» e rivolgendole battute pesanti, cercando la complicità del collega Stronati. La seconda volta gli agenti «le dicevano che sarebbero tornati dopo la mezzanotte e di lasciare accesa la luce della camera». E nel corso dell’ultima sarebbe avvenuto il fattaccio, con le parole dei poliziotti – su di giri per aver assunto una pillola di Cialis – registrati dalla vittima mediante un apparecchio infilato nello stivale sotto al letto”.

Il gip non ha inizialmente creduto alle accuse della cubana, anche per il suo passato, ma infine ha emesso le ordinanze cautelari:

“Nel corso delle indagini le cose si spiegano, vengono fuori le perversioni sessuali dell’ex, «un tipo buono, mi ha aiutato a fuggire dalla povertà di Cuba e a comprarmi casa», lo giustifica lei. Ma che l’ha costretta a subire rapporti sessuali mentre lui assisteva, anche legata sulla spiaggia di Capocotta. «Ho avuto timore che potessi subire da loro ritorsioni – verbalizza la cubana con gli inquirenti – soprattutto per il ruolo che rivestivano (i poliziotti,ndr ), pertanto controvoglia li ho assecondati». Versione che ha convinto il Gip ad emettere le misure cautelari”.

Contardo e Stronati si sono difesi parlando di “un attimo di scelleratezza” con la ragazza consenziente, riporta Michela Allegri de Il Messaggero:

“Anche di fronte a una registrazione ambientale in cui si sente uno dei due agenti che dice «io la voglio violentare», si erano giustificati dicendo che era stata proprio la detenuta a pregarli di «trattarla male» e «di dirle parolacce». Era la notte tra il 2 e il 3 giugno. I due avevano fatto visita alla vittima due volte: alle 21,15 e in tarda notte. «E’ stato un attimo di scelleratezza» ha dichiarato Stronati, aggiungendo che la ragazza li aveva accolti «coperta con un asciugamano dicendo che stava facendo la doccia»”.

Secondo i poliziotti, che si difendono, è stata la donna a “promuovere l’adescamento” e che “non c’è stato alcun abuso”.