Roma, tolti i lucchetti da Ponte Milvio: c’è chi vuole metterli in un museo

Pubblicato il 10 Settembre 2012 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA
Uno scorcio di Ponte Milvio

ROMA – E’ bastato un colpo di cesoie per liberare Ponte Milvio dei quintali di lucchetti che lo appesantivano da anni. Lucchetti simbolo d’amore, ognuno di loro una storia e una promessa di fedeltà eterna scambiata per lo più tra adolescenti e quindi fugace quanto mai. Ma se la promessa dei 16 anni lascia il tempo che trova, molto meno il metallo che negli anni ha appesantito all’inverosimile la location amata da tanti innamorati, il ponte romano reso celebre dal film Tre metri sopra il cielo, tratto dall’omonimo libro di Federico Moccia, record di vendite qualche anno fa. E così prima il libro e poi il film hanno reso Ponte Milvio la meta di migliaia di “lucchettari”. Così tanti da far preoccupare il Comune. Il 10 settembre gli operai del XX municipio hanno messo fine ai sogni d’eternità dei romantici amanti romani togliendo, uno a uno, i famigerati lucchetti.

L’obiettivo è quello di alleggerire le spallette del ponte da tonnellate di metallo arrugginito. E perfino un paio di lampioni, meta degli innamorati più ostinati. Dopo mesi quindi il Comune, e in particolare il municipio di via Flaminia, hanno vinto la battaglia contro il degrado della zona e per tutelare i monumenti storici. Ma dove andranno ora i fan del Moccia-pensiero? Per il presidente del XX Municipio Gianni Giacomini, si potrebbe creare un balconcino sul muraglione sotto il ponte, magari con un lampione accanto. Provvisoriamente i lucchetti andranno in un magazzino del Comune, poi sarà la Soprintendenza a decidere la location migliore.

E c’è chi pensa di farne addirittura pezzi da museo. Un’ipotesi è quella di esporli nel museo preistorico etnografico Pigorini, all’Eur, accanto ai capolavori dell’arte degli Aztechi. Ma Giacomini storce il naso. ”Mi sembra un po’ troppo portarli al Pigorini anche perché credo che quell’istituto rappresenti il 90% dell’archeologia del mondo – ha detto – e credo ci sia una bella differenza tra un ferro arrugginito e altre opere d’arte”.