Roma, presi i rapinatori dell’Alberone. C’è anche “er Nasca”

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2015 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Roma, presi i rapinatori dell'Alberone. C'è anche "er Nasca"

(Foto d’archivio)

ROMA – Presi i “rapinatori dell’Alberone”, zona di Roma vicino a San Giovanni. I sei componenti della banda sono stati arrestati e sono accusati di molti colpi contro banche e uffici postali. Tra loro c’è anche Vittorio Di Gangi, 63 anni, noto nella malavita romana come “Er Nasca“, e definito da Morena Izzo sul Messaggero “il re degli strozzini”. Per lui il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.

Di Gangi ha un “curriculum criminale di tutto rispetto”, scrive il quotidiano di Roma, “segnato da un’escalation di reati che parte dal 1974 e va dall’associazione a delinquere, all’omicidio, dal traffico e spaccio di droga all’usura ed estorsione”.

 

Gli altri componenti della banda sono Giulio Tombini, detto “Er Lupo”, pluripregiudicato di 57 anni e originario di Tarquinia, “considerato nella malavita romana uno degli specialisti nell’assalto ai furgoni portavalori e nelle rapine a mano armata”, scrive il Messaggero, Marco Mannozzi, 44 anni, Antonio Bendiato, 52 anni, Luigi Orofino, 66 anni e Massimo Da Rold, 48 anni.

Come si è arrivati agli arresti eccellenti lo spiega Morena Izzo sul Messaggero:

“E’ attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali con gli altri componenti della banda che gli agenti della squadra mobile, diretti da Luigi Silipo, hanno ricostruito tutti i movimenti della batteria criminale e sventato i colpi che avevano intenzione di mettere a segno. Come il tentativo di rapina aggravata al Monte dei Paschi di Siena a Firenze, dove la banda era andata in “trasferta”.

I piani erano studiati nei minimi dettagli e attraverso ruoli specifici assegnati ai banditi da quello che era il “regista” delle operazioni: “Er Lupo”. Tombini, che all’epoca dei fatti era agli arresti domiciliari, aveva però il permesso di allontanarsi per andare a lavoro presso la Cooperativa Edera s.r.l. di Mostacciano. E’ qui che riceveva quotidianamente gli altri componenti della banda. (…) A loro “Lupo” dava disposizioni e voleva il resoconto dettagliato dei sopralluoghi che effettuavano.

Ognuno di loro aveva dei ruoli specifici. Bendiato, aiutato da Da Rold, studiava come varcare le porte delle agenzie di credito e le vie di fuga. Dei sopralluoghi se ne occupavano Marco Mannozzi e Luigi Orofino, noto tra gli “sciampagnoni”, per le rapine in strada a chi ha appena prelevato denaro contante in banca”.

 

Allo stesso tempo, sottolinea un comunicato della Questura di Roma,

“tutti gli indagati, nelle fasi di realizzazione del colpo avrebbe fatto parte del cosiddetto “gruppo di fuoco” ovvero di coloro che avrebbero fatto accesso all’interno dell’agenzia di credito per consumare materialmente la rapina e sequestrare il personale dipendente ed eventuali clienti per il tempo necessario a guadagnarsi l’uscita e poi la fuga”.