Roma fa petting contagio: runner, ciclisti, mamme, aperitivi… Coronavirus ci grazia, per ora

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 19 Maggio 2020 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA
Roma fa petting con il contagio: runner, ciclisti, mamme, aperitivi... Coronavirus ci grazia, per ora

Roma fa petting contagio: runner, ciclisti, mamme, aperitivi… Coronavirus ci grazia, per ora (nella foto Ansa, la terrazza del Pincio a Roma)

ROMA – Runner, ciclisti, mamme, aperitivi…tutti rigorosamente in gruppo e distanziati da nulla che non sia il buon senso.

C’è, si è vista, si vede e non si nasconde una Roma che fa petting con il contagio, con la possibilità di contagiarsi e contagiare.

Villa Ada è con Villa Borghese forse la più frequentata delle aree verdi della città. A Villa Ada gli attrezzi fissi per lo sport e per i giochi dei bambini erano stati recintati con nastro della Polizia municipale.

Ovvio il perché: se sull’altalena o sullo scivolo si va uno dopo l’altro, è come darsi e stringersi l’un l’altro la mano. Se tutti toccano l’un dopo l’altro le stesse cose diventa incomprensibile il perché di mascherine e quanto altro.

Ovvio quindi che attrezzi fissi nel parco non debbano essere usati. Non ovvio invece per solerti e decise mamme che hanno deciso sulla base della propria scienza che è tutto finito, abolito, cessato. E quindi i nastri della Polizia li hanno strappati per far strada e posto ai loro bimbi su altalene e scivoli du cui si sono reimpossessate in nome del sovrano facciamo come ci pare.

Villa Ada, meta di gruppi nutriti di ciclisti associati in gruppo (da domenica va alla grande in città il pedalare in gruppo). Comincia a fare, anzi fa caldo e vien sete. A Villa Ada i ciclisti sostano e tutti a bere dallo stesso “nasone”, cioè dalla stessa pubblica fontanella. Pratica alla quale non si sottraggono i runner assetati. Chissà perché quella cosa strana di bicchieri mono uso nei bar e ristoranti…

Campo de’ Fiori, Testaccio, Ponte Milvio, San Lorenzo: qui non sono in azione mamme alla riconquista del territorio o ciclisti e runner che si sentono (perché sportivi?) invulnerabili. Qui in azione giovani e mezzi giovani.

Aperitivi e birrette, comprati e consumati restando ben in gruppo davanti ai bar. In gruppo serrato, a chiacchierare, a fare come a Roma usa dire “comunella”. Vicini, serrati e ovviamente a mascherina, quando c’è, abbassata per parlare e parlarsi.

Davanti ai bar vanno a sostare in gruppo o plotoncini di ciclisti appena smontati di sella. Uno o due, solerti, entrano nel locale per comprare per tutti. Gli altri, ovviamente ansimanti, aspettano fuori in gruppo serrato e non distanziato. Ovviamente senza mascherina, stavano facendo sport e non la portavano. Roba da far venire il dubbio perfino se sia buona idea questa del bonus per far diventare tutti ciclisti.

Poi c’è Ostia, il cosiddetto mare di Roma. Qui basta guardare la foto: grande e serrato struscio di umanità sul Lungomare e mascherine al mento o addirittura al collo e nessuno che si ricordi del metro di distanza anti contagio. Tutti vicini, il metro de che?

C’è una Roma (come una Napoli, una Milano, una Torino, una Bari…perfino una Bergamo) che fa e fanno petting con il contagio. Un’infinità di cittadini, sempre di più ogni giorno, che si comportano e praticano un contatto ravvicinato, uno strusciarsi con il contagio che pensano innocuo e senza conseguenze, un petting appunto.

Coronavirus per ora non ci sta, coronavirus ci grazia, per ora. Alla sua clemenza perdonarci, abbonarci questo nostro petting.