Roma: la Sapienza non autorizza una rassegna di film gay. La protesta degli organizzatori

Pubblicato il 8 Giugno 2010 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA

L'università La Sapienza di Roma

La Sapienza chiude le porte alla prevista rassegna di cinema a tema gay. La decisione è stata presa dal rettore Luigi Frati e ha immediatamente scatenato fortissime polemiche. La “rassegna di cinema queer” era stata organizzata in risposta all’invito del comune di Roma «ad adottare iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica verso la cultura delle differenze, la prevenzione e la condanna di atteggiamenti e comportamenti di natura omofobica».

E il dietrofront del rettore ha scatenato l’indignazione della comunità lgbtqi italiana. «La rassegna, patrocinata dalla Provincia di Roma – ha spiegato Aurelio Mancuso, esponente della comunità al quotidiano La Repubblica – è stata cancellata adducendo la possibilità di attacchi omofobi da parte di gruppi dell’estrema destra capitolina. In verità non vi è stato alcun segnale di questo tipo. La rassegna doveva iniziare domani, era stata resa nota da tempo senza che vi siano state reazioni negative. Le associazioni organizzatrici hanno lanciato una raccolta di firme ma non si può accettare che per supposti e infondati timori di attacchi omofobi si cancelli una rassegna cinematografica a tematica lgbtqi: così facendo si fa vincere proprio chi ritiene di doverci discriminare nella nostra dignità».

La manifestazione sarebbe dovuta iniziare questa sera 8 giugno e terminare il 24. Ma il rettore, dopo alcuni scontri fra ubriachi accaduti dopo una festa all’università, ha deciso di ritirare l’autorizzazione già concessa per motivi di sicurezza e per paura di aggressioni omofobe all’interno della Sapienza. Gli organizzatori sperano comunque in un ripensamento del rettore. «Abbiamo sempre immaginato la Sapienza come uno fra i centri culturali più ferventi del paese – hanno spiegato a Repubblica – e abbiamo sempre visto il sapere come arma d’eccellenza contro la violenza xenofoba, razzista, omo e trans-fobica. Tale rifiuto legittima questa cultura discriminante e dimostra anzi che essa ha già vinto, riuscendo nel suo intento di toglierci quegli spazi di visibilità che con tanta fatica avevamo conquistato. Noi ci appelliamo direttamente al rettore e al senato accademico perché tornino sui loro passi e permettano lo svolgersi della rassegna Queer in Action nei modi e nei tempi che erano stati previsti».

Sulla vicenda è intervenuto anche il rettore della Sapienza. «Se vado a casa di qualcuno – ha detto Luigi Frati – chiedo il permesso. Io non ho mai autorizzato questa manifestazione, non ho cambiato idea. Oltretutto è un’associazione non universitaria e mi pongono un problema: aprire l’ateneo anche agli estranei. Per farlo il senato accademico si deve esprimere. Visto che è una rassegna cinematografica, chiedano la Casa del Cinema. Non sono un ente commerciale né sono Piazza Navona o Piazza del Popolo. Nessuna intolleranza o discriminazione nei confronti dei gay. Domani incontrerò il senato accademico che si pronuncerà in via generale su quali sono i presupposti e le condizioni per concede autorizzazioni agli esterni».