Roma, scoperta casa traianea di legno durante scavi Metro C: intatti pezzi di solaio, mosaici e… un cane

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Giugno 2017 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I cantieri di scavo per la realizzazione della metro C, in via dell’Amba Aradam, svelano un nuovo scenario ‘pompeiano’ a Roma: due vani di un edificio, databile tra il II e il III secolo d. C., rimasti carbonizzati e come pietrificati dopo un violento incendio che lo ha distrutto.

Un solaio di legno, gambe di sgabelli e tavolini, gli scheletri di un cane e probabilmente del suo cucciolo o di un gatto, e preziosi mosaici. Per quanto riguarda il solaio, una assoluta “prima volta”, ed è questo il fatto più clamoroso, per la storia di Roma antica.

L’incendio ha conservato travetti di legno rettangolari, cui erano attaccate le canne che permettevano il fissaggio degli intonaci al solaio e alle pareti. E sono emerse parti riferibili alla struttura lignea portante del solaio, la cosiddetta contignatio descritta da Vitruvio: una grossa trave, che conserva sia gli incassi per l’inserzione dei travicelli trasversali sia una grossa chiodatura in ferro.

Il materiale rinvenuto

“si conserva solo in eccezionali condizioni ambientali e climatiche – spiegano dalla soprintendenza speciale di Roma – oppure a seguito di eventi speciali come ad esempio accaduto a Ercolano e Pompei. La scoperta del solaio ligneo carbonizzato rappresenta un unicum per la città”.

Su alcuni elementi ecco anche lavorazioni di falegnameria più elaborate, da arredo. Tra questi una gamba di sgabello o di tavolino, un altro piede più massiccio, forse di una cassapanca, e un ulteriore pezzo con una voluta forata passante, forse di una balaustra di legno. Infine una grande tavola rettangolare e frammenti di uno stipite con tracce di lastre di vetro di finestra.

Durante lo scavo sono emersi anche gli scheletri di un cane e di un suo cucciolo o di un gatto. Il cane era accucciato davanti a una porta, rimasto intrappolato nell’edificio al momento dell’incendio, un indizio di come la costruzione non sia stata abbattuta volutamente, ma sia crollata all’inizio per l’improvviso divampare delle fiamme. Mentre solo successivamente i muri sarebbero stati intenzionalmente rasati. Un’ipotesi è quella per cui a causare l’incendio possa essere stato un terremoto, una spiegazione che dovrà esser verificata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Allo stato attuale dello studio varie sono le ipotesi sull’edificio. Potrebbe far parte della caserma rinvenuta in via Ipponatteo, a cui fanno pensare le quote di soglia e di rasatura, ma anche la datazione e la tecnica edilizia. E in questo caso si tratterebbe di ambienti di rappresentanza dell’edificio militare, considerando la presenza di un sistema di riscaldamento, forse di tipo termale, e il pregio dei rivestimenti, mosaici, affreschi, lastre marmoree su alcune pareti.

Un’altra ipotesi è che gli ambienti scoperti facciano parte di una delle modus aristocratiche del Celio, di cui sono stati rinvenuti resti non lontano, come la domus dei Valerio, crollata allo stesso modo.