Roma/ Sul treno proveniente dalla Calabria sorpreso con due bombe a mano e altri strumenti d’offesa. Arrestato Gabriele Cota, 35 anni di Maglie (Lecce) dalla Polizia Ferroviaria

Pubblicato il 15 Luglio 2009 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA

Due bombe a mano artigianali nascoste in una borsa collocata sul portabagagli di uno scompartimento. E’ la singolare “scoperta” fatta la notte scorsa dagli agenti della Squadra di polizia giudiziaria del Compartimento polizia ferroviaria per il Lazio a bordo del treno “Exp 854”, proveniente da Paola e diretto a Roma Termini.

Nell’ambito degli abituali servizi di controllo sui convogli a lunga percorrenza, il personale ha notato che da una borsa – in quel momento incustodita – fuoriusciva parte di un lungo punteruolo. Gli agenti hanno atteso pazientemente che il legittimo proprietario tornasse al suo posto, per poi identificarlo (come Gabriele Cota, 35 anni, originario di Maglie, in provincia di Lecce) e procedere alla perquisizione personale e a quella del bagaglio: all’interno di quest’ultimo sono stati ritrovati, oltre al punteruolo con impugnatura a palla e ad un coltello da cucina con lama di 17 centimetri, due ordigni artigianali realizzati con polvere esplodente, chiodi e frammenti di lattine con innesco costituito, per ciascun ordigno, da due grossi petardi.

Rinvenuti e sequestrati anche altri due petardi, della stessa tipologia di quella utilizzata per l’innesco dei rudimentali ordigni. Approfittando di una breve fermata straordinaria, gli agenti hanno portato a terra tutto il materiale, preso in consegna dagli artificieri della Polizia di Stato che hanno spiegato che i manufatti sequestrati hanno “le caratteristiche di una bomba a mano di tipo offensivo dalla quale, in conseguenza dell’effetto esplosivo, viene prodotta una scheggiatura minuta del materiale ferroso nel raggio di 5/6 metri”.

Al termine degli accertamenti di rito, Cota, con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio e per violazione della normativa in materia di armi, e’ stato arrestato per l’illecita detenzione del materiale esplodente. Secondo gli investigatori, sono “da escludere collegamenti tra il Cota e contesti criminali organizzati sia di tipo comune che di tipo eversivo”.

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