Roma, ambulanti rallentano il traffico con 300 furgoni contro direttiva Bolkestein

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Novembre 2017 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
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Roma, ambulanti rallentano il traffico con 300 furgoni contro direttiva Bolkestein

ROMA – Trecento furgoni degli ambulanti hanno rallentato il traffico per le vie di Roma la mattina del 14 novembre per protestare contro la direttiva Bolkestein. Angelo Pavoncello, vicepresidente dell’associazione nazionale ambulanti Ana, ha spiegato che la protesta è per chiedere al governo che gli ambulanti siano tenuti fuori dalla direttiva, come avviene anche negli altri Paesi europei. La protesta ha causato rallentamenti e disagi per il traffico sul Grande raccordo anulare, sulla tangenziale e su alcuni tratti del lungotevere, mentre un presidio a oltranza è stato stanziato fuori da Montecitorio.

Gli ambulanti chiedono un incontro con il governo per tranquillizzare il settore, mentre per gestire il rallentamento del traffico è intervenuta la polizia, che ha bloccato oltre 15 furgoni sul lungotevere che tentavano di raggiungere il centro anche se non autorizzati, come scrive Repubblica:

“La polizia è intervenuta sul lungotevere bloccando oltre 15 mezzi che tentavano di raggiungere la zona del centro benché non autorizzati. I promotori sono stati convocati in Questura, per ricevere comunicazione della decadenza del preavviso presentato, a causa della violazione di una delle prescrizioni principali, accettate e sottoscritte, che prevedeva il non utilizzo di mezzi, furgoni, camioncini”.

Pavoncello ha spiegato che la protesta non riguarda solo Roma, ma sono 1500 i furgoni di ambulanti mobilitati per varie manifestazioni in tuta Italia:

“Con trecento furgoni stamattina stiamo rallentando il traffico a Roma per ribadire al Governo che gli ambulanti devono essere fuori dalla direttiva Bolkestein come avviene anche negli altri paesi europei. Oggi sono in programma manifestazioni in varie città e oltre 1500 furgoni ‘mobilitati’ in tutta Italia – aggiunge Pavoncello – a Roma abbiamo un presidio davanti a Montecitorio. Siamo in attesa di una convocazione del Governo per tranquillizzare  il settore”.