Roma, via Veneto e l’ex scorta di Alfano. Arianna Bianchi: “Mi hanno minacciata”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2013 - 06:24 OLTRE 6 MESI FA

Roma, via Veneto e l'ex scorta di Alfano. Arianna Bianchi: "Mi hanno minacciata"ROMA – La storia è quella di Arianna Bianchi, 28 anni, cantante dell’Harry’s Bar di via Veneto, a Roma. La ragazza è stata scagionata ma adesso chiede un risarcimento di 55 mila euro per lo shock e lo spavento subiti quella notte di due anni e mezzo fa.

Cos’è successo? Ce lo racconta Massimo Lugli su Repubblica:

Tutto comincia alle 2,15,quando Arianna esce dal locale (uno dei più noti fin dai tempi della Dolce Vita) e sale sulla sua Micra gialla. Alta, bionda, slanciata, ex modella, la ragazza è abituata a commenti e avance più o meno galanti ma quando una ‘BMW’ nera piuttosto malandata, con a bordo due uomini vestiti come ultrà da stadio, comincia a seguirla, comprensibilmente, si spaventa. «Sono arrivata a via Pinciana, diretta ai Parioli e mi sono ritrovata di nuovo la macchina dietro, quasi attaccata alparafango» racconta «Ho dato un colpetto al freno e loro hanno lampeggiato coi fari, poi mi hanno superata, hanno suonato il clacson e mi hanno fatto cenno di fermare. Ho pensato a una rapina o peggio. La BMW si è messa di traverso sulla carreggiata e ho proseguito mentre chiamavo il 113».

A questo punto uno dei due agenti mostra una paletta ma Arianna è terrorizzata. Si ferma, ma non abbassa il vetro e chiede aiuto alla sala operativa della questura. «Mi hanno detto di chiudermi dentro e aspettare una volante» aggiunge «e mi hanno spiegato che, poco prima, una ragazza era stata brutalizzata da falsi poliziotti». Passano minuti carichi di tensione. I due agenti (che, spiegheranno in seguito, stavano ‘bonificando’ via Veneto prima del passaggio di Alfano) bussano al finestrino, mostrano un tesserino, urlano: «Apri o sarà peggio per te». Poi sul posto arriva la polizia: due volanti e un’autocivetta della mobile oltre al capoturno del reparto ‘Sicurezza e vigilanza’ della polizia carceraria. Spiegazioni, documenti e l’equivoco sembra chiarito.

«I poliziotti mi hanno fatto i complimenti, hanno detto che mi ero comportata benissimo e che ero stata coraggiosa» conclude Arianna. La ragazza torna a casa e cerca di dimenticare ma, qualche mese dopo, arriva la denuncia: articolo 651 del codice penale, omesso riferimento delle proprie genera-lità, arresto fino a un mese e 206 euro di multa. Il Gip cancella tutto ma Arianna non ci sta più: pretende giustizia. E rispetto.