Roma, vigili attestavano falsi abusi per avere mazzette

Pubblicato il 4 Aprile 2012 - 16:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 4 APR – Il modus operandi del gruppo di vigili infedeli era quasi sempre lo stesso: per ottenere ''mazzette' esibivano false attestazioni di abusi edilizi. Nel provvedimento del Pm viene citato anche l'episodio in cui vittima è Silvio Bernabei, fratello di Paolo, l'imprenditore vessato che ha dato il via all'inchiesta. Gli indagati avrebbero indotto l'imprenditore a pagare, "all' insaputa del fratello e al prospettato fine di evitare le conseguenze derivanti dalla presentazione di un dettagliato esposto anonimo da cui era conseguito l'accertamento di un abuso edilizio'', non riuscendo pero' nell'intento per il rifiuto del commerciante il quale, ''dapprima acconsentiva a consegnare 10mila euro e successivamente, scoperta la falsita' dell' esposto, pretendeva e otteneva la restituzione del maltolto".

In particolare i vigili Vicari e Capitani, nella primavera del 2010, avrebbero fatto un sopralluogo nella sede della societa' dei Bernabei in via della Luce ''attestando falsamente la corrispondenza dei lavori edili in corso sia con la dia che con la variante in corso d'opera''. Inoltre, Vicari e Pierotti, nel giugno del 2011, avrebbero attestato, ''dopo un sopralluogo, di aver riscontrato, in difformita' rispetto a quanto dichiarato nella Dia e nella relativa variante, l'esistenza di un abuso''. E ancora, Vicari, Pierotti, De Stefanis e Capitani, al fine di indurre Silvio Bernabei a pagare una mazzetta di 30mila euro, avrebbero, secondo l'accusa "formato una falsa scheda di segnalazione per presunta violazione urbanistica (esposto) recante la data 21 maggio 2011 a firma apparente di Marco Mancini".

Nel capo di imputazione si fa riferimento ad un terzo caso che risale al 26 novembre del 2008 e riguarda Valente e il geometra Belmonte. I due "in concorso fra loro e con altre persone non ancora identificate", avrebbero indotto Alberto Lingria e Stefania Federici, alle prese con i lavori di ristrutturazione di una casa e al fine prospettato di ottenere l'indebito dissequestro dell'immobile, gia' sottoposto a vincolo a seguito di accertamento di abuso da parte del personale dell' ufficio edilizia di viale Trastevere, "a versare la somma di 12mila euro (da dividere fra sovrintendenza, architetto e avvocato), pur avendo gia' versato a Belmonte la somma di 4.530 euro per le sue competenze".