Rosaria Capacchione, “calunniò sottufficiale Gdf”: chiesti 2,5 anni, assolta

Pubblicato il 11 Aprile 2013 - 09:07| Aggiornato il 4 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI –  Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino e senatrice più volte minacciata dalla camorra, rischia due anni e mezzo di carcere per calunnia. E’ la pena chiesta dal vpo (un vicepretore onorario con funzioni di pubblico ministero) nel processo per la presunta calunnia del sottufficiale della Finanza Luigi Papale. Capacchione è stata poi assolta dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere con formula “perché il fatto non costituisce reato”.

La vicenda contestata risale a 13 anni fa. A quell’epoca, sostiene l’accusa, Capacchione si sarebbe sfogata in un bar con un ufficiale della Finanza “denunciando la poca attendibilità di Papale, che all’epoca indagava sul fratello Salvatore, vittima di usura e chiamato in causa come socio da alcuni usurai”, scrive il Corriere della Sera.

Dopo quel colloquio, riporta sempre il Corriere della Sera, l’ufficiale avrebbe redatto un’informativa contro Papale,

nella cui condotta non è però stato rilevato nulla di illecito. “Noi contestiamo che vi sia stata questa confidenza, aveva spiegato in campagna elettorale l’avvocato di Rosaria Capacchione, Vittorio Giaquinto. Ma, seppure ci fosse stata, non si tratta di una denuncia e senza denuncia non c’è il reato di calunnia”.

Lo stesso Giaquinto ha detto al termine dell’udienza, il 10 aprile: “Mi sarei aspettato, data la delicatezza della vicenda, che almeno la pubblica accusa fosse rappresentata da un togato. Invece è arrivato un vpo (un vicepretore onorario con funzioni di pubblico ministero), che in tutta fretta, e forse senza il necessario approfondimento, ha sparato la sua richiesta”.