Ruby, il pm Fiorillo: “In questura quella notte hanno fatto quello che volevano”

Pubblicato il 14 Novembre 2010 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA

”Hanno fatto quello che volevano loro”. Lo ha detto il pm dei minori di Milano Annamaria Fiorillo durante la trasmissione ‘In 1/2 H’ in onda su Rai3, a proposito della decisione di affidare Ruby alla consigliera regionale Nicole Minetti da parte degli agenti della Questura di Milano dove la giovane era stata accompagnata il 27 maggio scorso per via di un furto.

Quando al pm è stato fatto notare che il ministro Maroni, nella sua relazione alle camere su quanto accaduto quella notte, si è basato anche su una relazione della polizia in cui è scritto ”sentito il pm”, Annamaria Fiorillo, che ha ribadito di non aver mai autorizzato l’affidamento, ha replicato: ”E con cio’? Ma poi hanno fatto quello che volevano loro”.

Di nuovo nel corso della trasmissione si è ritornati a parlare della frase che il pm ha scritto nella sua relazione – ”la corda con cui la stanno impiccando” ha osservato Lucia Annunziata – e cioè ”non ricordo di aver autorizzato..”. A questo proposito il pm ha ripetuto: ”Avrei dovuto scrivere ricordo di non aver mai autorizzato”.

Oltre ad aver di nuovo sottolineato di non essere mai stata convocata per dare la sua versione sulla vicenda e di aver sbagliato nel non rassicurare il commissario capo Giorgia Iafrate (anche lei di turno quella notte), il pm riguardo alle dichiarazioni dei giorni scorsi indirizzate al ministro Maroni ha precisato: ”Quello che io ho esternato non riguardava la persona del ministro ma quello che ha detto”.

Il pm Fiorillo, nel corso della trasmissione, ha ribadito di aver avuto un ”insopprimibile impulso” a riaprire la vicenda dell’affido di Ruby ”quando ho sentito le parole di Maroni” definite ”non conformi” alla sua esperienza diretta. Ha ripetuto di aver ricevuto molte telefonate, anche sei o sette, e che il suo intervento era stato ”in ambito penale perche’ la ragazza era stata indicata come artefice di un reato e in questo caso il pm dispone”.

Ha confermato che quando le dissero che Ruby era la figlia o la nipote del presidente egiziano Mubarach: ”Dissi ‘allora io sono Nefertiti, la regina del Nilo’. Mi sembrava una situazione paradossale. Come fa una ragazza con parenti così importanti a stare in mezzo a una strada?”, ha fatto notare spiegando che per giunta era già stata identificata e si era scoperto che Ruby era marocchina ed era anche scappata da una comunità.

Riguardo all’atteggiamento del commissario capo Giorgia Iafrate, ha spiegato che sembrava ”come se fosse tenuta allo svolgimento di quell’atto . Era rigida e io mi sono indispettita e ho avuto con lei una sorta di diverbio. Ho spiegato di nuovo quali erano le mie disposizioni”: la fotosegnalazione, l’inserimento della giovane in una comunita’ protetta e, qualora non ci fosse stato posto, ”trattenerla” finche non fosse stato reperita una struttura che la potesse ospitare.

”Poi non mi dicono più niente” ha affermato ancora il pm che ha precisato di aver saputo leggendo i quotidiani della telefonata fatta dal premier quella notte in Questura. Al termine dell’intervista Lucia Annunziata ha chiesto al pubblico ministero se non temeva di avere il trattamento che ha avuto un’altra donna magistrato e cioe’ Clementina Forleo: ”L’ho messo in conto – ha risposto -. Ci sono però cose più grandi che dobbiamo seguire”.