Ruby “doveva restare in Questura”. La Minetti “non era necessaria”

Pubblicato il 10 Febbraio 2012 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – ''Le forze dell'ordine devono chiamare le comunita' di accoglienza che hanno in elenco e se non ci sono posti devono trattenere il minore in Questura''. Cosi' un dirigente di una comunita' di accoglienza milanese, sentito come teste nel processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, ha descritto la 'procedura' che viene solitamente seguita quando viene fermato un minorenne per l'identificazione e non c'e' un familiare a cui puo' essere affidato.

Il pm di Milano Antonio Sangermano, nell'udienza di oggi, ha fatto una serie di domande a 5 operatori di diverse comunita' milanesi di accoglienza per minori, i quali hanno confermato di essere stati contattati la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, quando Ruby era stata portata in Questura accusata di furto, ma di aver fatto sapere ai funzionari di polizia che non potevano darle ospitalita'. Alcuni di loro, infatti, hanno chiarito che quella sera non c'erano posti nelle loro strutture, mentre altri hanno spiegato che non svolgono quel servizio di pronta accoglienza. ''Se non ci sono posti, pero', le forze dell'ordine di solito trattengono il minore in Questura'', ha risposto Giampaolo Prevoli, un operatore.

Ruby, come ha ricostruito l'accusa, venne invece affidata alla consigliera regionale lombarda Nicole Minetti e poi torno' a casa della prostituta brasiliana Michelle Conceicao. E cio', sempre secondo l'accusa, malgrado le disposizioni del pm dei minori e dopo le telefonate al capo di gabinetto della Questura da parte di Silvio Berlusconi, che e' accusato di concussione e prostituzione minorile. ''Un minore puo' essere affidato a qualcuno, ma deve essere una persona legittimata a prenderlo, come un parente'', ha spiegato un altro teste, il vicequestore aggiunto Luca Serino.

Il presidente del collegio, Giulia Turri, dopo l'udienza 'breve' di oggi, ha fatto presente al pm che per le prossime 'date' dovra' citare piu' testimoni ''per velocizzare'', dato che le persone da sentire sono molte e i lavori d'aula possono di solito andare avanti fino al pomeriggio. Nella prossima udienza, fissata per lunedi' prossimo, verra' ascoltato, tra gli altri, Ermes Cafaro il poliziotto che intervenne in corso Buenos Aires a Milano, il 27 maggio, per fermare Ruby, denunciata per furto. Citati anche altri agenti che si occuparono della marocchina quel giorno in Questura. Altra udienza fissata per il 17 febbraio, quando dovra' testimoniare, tra gli altri, anche Marco Landolfi, che porto' Ruby dal commissariato Monforte alla Questura e segui' tutta la vicenda, tra il 27 e il 28 maggio. ''Teste impegnativo'', l'ha definito il pm.