Rudy Guede, permesso premio di 36 ore in cooperativa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Maggio 2016 - 17:32 OLTRE 6 MESI FA
Rudy Guede, permesso premio di 36 ore in cooperativa

Rudy Guede, permesso premio di 36 ore in cooperativa (foto d’archivio)

PERUGIA – Un permesso premio di 36 ore è stato concesso a Rudy Guede che sta scontando 16 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher nel carcere di Viterbo. Il provvedimento è stato adottato dal tribunale di sorveglianza di Roma. Guede lascerà il carcere nelle prossime ore per recarsi in una cooperativa impegnata nel recupero dei detenuti dove rimarrà fino al momento di tornare in cella. Lo si è appreso dal nuovo difensore dell’ivoriano.

L’avvocato Fabrizio Ballarini, che rappresenta Guede in questa procedura, non ha ancora preso visione del provvedimento. L’ivoriano dovrebbe comunque lasciare il carcere nella mattinata di mercoledì per tornarvi la sera successiva. Guede aveva chiesto la concessione del permesso premio – tramite l’avvocato Nicodemo Gentile che lo ha difeso insieme a Walter Biscotti – al giudice di sorveglianza di Viterbo che però aveva rigettato l’istanza ritenendo che non avesse operato una revisione critica dei fatti che lo hanno coinvolto. Quindi il ricorso al tribunale di sorveglianza in una sorta d’appello.

Guede è stato processato con il rito abbreviato ed è l’unico a essere stato condannato per l’omicidio di Meredith Kercher. Finirà di scontare la pena nel 2024. La peculiarità del suo caso è la condanna per concorso in omicidio, ma non si sa in concorso con chi visto che gli altri imputati (Amanda Knox e Raffaele Sollecito) sono stati entrambi assolti.

Scrive Daniele Camilli su Tuscia Web:

“Potrò di nuovo sentire il sole sulla pelle – dice Guede – e guardare fuori dalla finestra senza sbarre davanti agli occhi. Trentasei ore, ognuna di esse preziosissime. Ringrazio tutte le persone che mi hanno dato fiducia”.

A regolare la concessione dei permessi premio per i detenuti, l’articolo 30-ter dell’ordinamento penitenziario. “Ai condannati che hanno tenuto regolare condotta” e che “non risultano socialmente pericolosi, il magistrato di sorveglianza, sentito il direttore dell’istituto, può concedere permessi premio di durata non superiore ogni volta a quindici giorni”.

I permessi sono poi concessi “per consentire di coltivare interessi affettivi, culturali o di lavoro. La durata dei permessi non può superare complessivamente quarantacinque giorni in ciascun anno di espiazione”.