Sabrina Misseri resta in carcere: aveva chiesto domiciliari

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2016 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA
Sabrina Misseri resta in carcere: aveva chiesto domiciliari

Sabrina Misseri resta in carcere: aveva chiesto domiciliari

TARANTO – Resta in carcere Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo in primo e secondo grado (con la madre Cosima Serrano), per l’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010. Il Tribunale del Riesame (presidente De Tomasi) ha respinto l’atto di appello presentato dalla difesa di Sabrina Misseri contro la decisione della Corte d’assise d’Appello del 4 aprile scorso che aveva respinto la richiesta di concessione degli arresti domiciliari in una comunità diocesana di Fabriano.

L’impugnativa era stata accompagnata da una memoria difensiva degli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia. La Corte d’Assise d’appello aveva scritto nel provvedimento di rigetto che “la richiesta misura degli arresti domiciliari non risulta adeguata a contenere i prevedibili impulsi aggressivi della Misseri”.

Ivano Russo era a casa Misseri il giorno che sparì Sarah Scazzi? E’ l’ultima ipotesi investigativa a cui sta lavorando la magistratura che indaga sulla morte della ragazzina di Avetrana. Condannate Sabrina Misseri e la madre Cosima, ma che ruolo ha avuto quel giorno Ivano, il ragazzo amato da entrambe e forse motivo di liti furenti tra le ragazze? Scrive Urban Post:

Varie testimonianze seppur tardive, in primis quella della ex compagna di Ivano e madre di suo figlio, con la quale ora è ai ferri corti, avrebbero inoltre permesso di appurare che all’ora di pranzo di quel giorno maledetto, in casa Misseri (luogo del delitto) con Sabrina e Sarah ci fosse anche Ivano Russo. Presunto testimone della lite furiosa tra cugine, Russo si sarebbe poi defilato: un testimone ha infatti riferito di aver visto un’auto simile alla sua ripartire dalla villetta di via Deledda ad Avetrana proprio alle 14, fascia oraria del delitto. Ivano Russo avrebbe dunque mentito. Perché? C’è forse qualcos’altro che sa e non ha detto? Di questo dovrà rendere conto qualora venisse processato, e dal nuovo dibattimento potrebbe emergere una nuova verità sul delitto Scazzi, un nuovo scenario del delitto.