Saluti romani a Dongo per ricordare il Duce e i fascisti uccisi, lo scontro con quelli dell’Anpi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2021 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA
Saluti romani a Dongo per ricordare il Duce e i fascisti uccisi, lo scontro con quelli dell'Anpi

Saluti romani a Dongo per ricordare il Duce e i fascisti uccisi, lo scontro con quelli dell’Anpi FOTO ANSA

Saluti romani a Dongo in provincia di Como: da una parte della piazza una settantina di nostalgici fascisti in abbigliamento nero, dall’altra alcune centinaia di manifestanti dell’Anpi e dei sindacati. Si è svolta così, tra saluti romani da una parte, “Bella ciao” e slogan partigiani dall’altra domenica mattina in piazza Paracchini a Dongo, la commemorazione dei gerarchi fascisti fucilati il 28 aprile del 1945.

Saluti romani a Dongo e la tensione in piazza

Una cerimonia organizzata dall’associazione Mario Nicollini di Como, autorizzata da Questura e Prefettura e contro la quale si sono alzate molte voci da parte dell’Anpi, dei sindacati e di politici di sinistra. Momenti di tensione quindi in occasione della serie di eventi organizzati dall’estrema destra per ricordare i gerarchi fascisti fucilati sul lungolago di Dongo. Poi anche Benito Mussolini, ucciso insieme a e Claretta Petacci di fronte ai cancelli di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra, nel comasco.

Una cinquantina di manifestanti si è data appuntamento in piazza Paracchini a Dongo per la commemorazione fascista. Contemporaneamente circa duecento tra esponenti di Anpi, Cgil e gruppi antifascisti è intervenuto rispondendo con slogan e canti. I manifestanti di destra hanno fatto più volte il saluto romano. A vigilare polizia, con agenti in assetto anti sommossa, che hanno disposto barriere e camionette per tenere separati i due schieramenti.

La denuncia dell’Anpi

“Il fatto che sia permessa una manifestazione del genere è una offesa agli italiani“, dice all’Adnkronos Guglielmo Invernizzi, presidente dell’Anpi provinciale di Como. La manifestazione, spiega, è stata autorizzata da questura e prefettura. “Da tempo abbiamo sollevato il problema – spiega – ma anche quest’anno, in questo senso, non si è cavato un ragno dal buco. Proprio l’altroieri – avverte – abbiamo incontrato il prefetto. Ma le risposte sono state che non è possibile proibire a priori una manifestazione per rispetto alla libertà di espressione. Costituzionalmente garantita, e certamente non è possibile sapere se verranno commessi dei reati”.