Salvatore Parolisi, 25 settembre processo d’appello: “Voglio che sia pubblico”

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Settembre 2013 - 20:25 OLTRE 6 MESI FA

rea-melaniaTERAMO – Contro di lui sono state dette cose non vere, sostiene, ed è per questo motivo che Salvatore Parolisi, l’ex caporalmaggiore dell’Esercito condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie, Melania Rea, vuole affrontare un processo pubblico. Parolisi, detenuto nel carcere teramano di Castrogno, dove nel frattempo si è anche diplomato come perito agrario, ha presentato una richiesta scritta al presidente della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, Luigi Catelli, che assieme all’altro giudice togato Armanda Servino e alla giuria popolare, sarà chiamato a processarlo nel giudizio di secondo grado, il prossimo 25 settembre.

A Teramo, lo scorso 26 ottobre, il soldato napoletano si è visto condannare all’ergastolo dal gup Marina Tommolini, che lo ha ritenuto colpevole di aver ucciso con 35 coltellate, nel boschetto di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo). Il processo, con il rito abbreviato, si è svolto secondo procedura a porte chiuse. Stavolta Parolisi, che fino a oggi non ha mai voluto parlare dinanzi ai giudici e tantomeno ai pm teramani Greta Aloisi e Davide Rosati dopo i primissimi interrogatori, chiede che vengano aperte le porte dell’aula dove sarà processato, ”per permettere alla gente di vedere come va il processo e capire tante cose”.

Non è escluso che questa richiesta sia il preludio di una partecipazione attiva dello stesso Parolisi, che cioè abbia deciso di fornire una sua ricostruzione o di fare dichiarazioni spontanee. La richiesta dell’imputato è attualmente al vaglio del presidente della Corte, che fino ad oggi non si è pronunciato. Chiedere un processo pubblico è diritto dell’imputato, anche se non vincola i giudici a concederlo.