Salvatore Usai uccide zia: vaso in testa e finge incidente

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2016 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Salvatore Usai uccide zia: vaso in testa e finge incidente

Salvatore Usai uccide zia: vaso in testa e finge incidente

SASSARI – L’ha colpita a morte con un vaso e poi ha inscenato un incidente. Dopo oltre sette ore di interrogatorio Salvatore Usai, 36 anni, ha confessato. E’ stato lui ad uccidere la zia di 80 anni, Bonaria Sanna, nel suo appartamento di via Torres. Ha usato un vaso che ha poi gettato in un cassonetto. Il delitto sarebbe la conseguenza di un violento litigio per questioni di soldi.

Sin da subito le indagini della squadra mobile, guidate dalla dirigente Bibiana Pala, si erano concentrate sul nipote dell’anziana che aveva simulato un incidente domestico e verso l’ora di pranzo aveva chiamato i soccorsi. Dopo la confessione resa di fronte al sostituto procuratore Giovanni Porcheddu e all’avvocato Maurizio Serra, la squadra mobile ha emesso a suo carico un provvedimento di fermo.

L’anziana donna, molto conosciuta in città per la sua eccentricità, viveva da sola, ma spesso ospitava il nipote, Salvatore, figlio di sua sorella. Per tutto il pomeriggio di venerdì il giovane è stato trattenuto negli uffici della Questura, dove gli inquirenti lo hanno messo sotto torchio.

Era stato proprio lui, conosciutissimo negli ambienti cittadini, a lanciare l’allarme. “Presto venite, mia zia è caduta e ha battuto la testa”, ha detto al telefono al 118. Ma quando l’equipe sanitaria è arrivata nell’appartamento di via Torres quello che all’inizio sembrava un tragico incidente domestico è diventato un giallo: la donna era morta già da alcune ore.

Le indagini, supportate dalle prime verifiche effettuate dal medico legale Salvatore Lorenzoni, nel corso del pomeriggio hanno consentito di appurare che quella di Bonaria Sanna era stata una morte violenta. Qualcuno l’aveva colpita alla testa. Un tentativo di rapina finito male, un raptus, un impeto di rabbia al termine di una discussione: diverse le ipotesi vagliate dagli investigatori. Alla fine, dopo sette ore, la confessione del nipote scioglie il giallo.