Salvini e la foto col figlio del boss: “Non chiedo i documenti a chi si fa i selfie con me”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Settembre 2019 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA
Salvini selfie figlio boss Michele Matrone

Matteo Salvini e Michele Matrone (Screen da Facebook)

ROMA – “Non chiedo la carta di identità a chi mi ferma per strada”. Matteo Salvini, leader della Lega ed ex ministro dell’Interno, liquida così le polemiche per il selfie pubblicato su Facebook, e poi rimosso, da Michele Matrone, figlio di un boss della camorra in Campania. “Faccio migliaia di selfie”, è la giustificazione dell’ex ministro, mentre la foto è velocemente sparita dai social in seguito ai commenti.

Mauro De Riso su Repubblica ricostruisce la vicenda. Tutto inizia quando Michele Matrone, figlio del boss Franchino di Scafati, scatta un selfie con Salvini dopo il comizio a Vignola, in Emilia Romagna, e lo pubblica su Facebook scrivendo: “Un caffè insieme al mio caro amico Matteo”. Una foto che ha raccolto like e attirato l’attenzione dei cittadini e dei media, tanto che alla fine il giovane l’ha cancellata dal social network.

Il padre di Michele è stato arrestato nel 2012 ad Acerno dopo una lunga latitanza, nel 1984 fu accusato di associazione a delinquere in affiliazione a persone vicine a Carmine Alfieri e Pasquale Galasso. Inoltre è stato accusato e notificato di un mandato di cattura per l’omicidio nel 1980 di Salvatore Squillante.

Il figlio invece era titolare di una ditta di pompe funebri ed è stato condannato in primo grado per le accuse di estorsione, usura, intestazione fittizia e riciclaggio nell’ambito di un processo a carico dei clan Loreto e Ridosso di Scafati. Da qualche anno dunque vive in Emilia Romagna.

Un personaggio che per Salvini, che è stato ministro dell’Interno, rappresenta una gaffe sui social, dopo la foto del 2018 in Calabria e Puglia con esponenti della malavita locale. L’ennesimo scatto, fatto con leggerezza e senza conoscere la persona, che ha destato ovviamente scalpore tra chi la mafia la combatte tutti i giorni e ha fatto partire dai parlamentari Caso e Urraro una richiesta di chiarimenti che è stata appoggiata anche da Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia.

La replica di Salvini però è presto arrivata: “Faccio migliaia di foto ogni giorno, non chiedo la carta d’identità a chi mi ferma per strada”. Insomma, non è colpa sua se a sostenerlo ci sono personaggi ritenuti discutibili o con passate condanne. Personaggi che, davanti a un’ex ministro dell’Interno che è colui che avrebbe dovuto stanarli e incarcerarli, chiedono selfie definendolo “amico” invece di sfuggirlo come un acerrimo nemico. (Fonte Repubblica)