“Leggero” lui, ingenua lei: Fiorito, “Sissi” e l’assunzione “a sua insaputa”

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 4 Ottobre 2012 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Franco Fiorito (Foto Lapresse)

ROMA – Una “leggerezza”, quella di Franco Fiorito che ha fatto il nome della ex ai pm. Un’ingenuità, quella di Samantha Reali, sua ex fidanzata, che nulla chiese dei bonifici che pure le arrivavano sul conto. Leggero lui e ingenua lei. Nel mezzo qualche bonifico, alcune vacanze, un’assunzione “a sua insaputa”. Samantha Reali è stata assunta dal gruppo Pdl alla Regione Lazio il primo ottobre del 2011 e licenziata il 31 dicembre dello stesso anno. Lo dice lei stessa ai pm che la interrogano. Arco di tempo in cui, a contratto seppur precario ma regolare, seguono congrui bonifici su conto corrente. Quattro per la precisione, per un totale di 7.171 euro. Tutto regolare, solo che è avvenuto all’insaputa della diretta interessata.

E’ questo che racconta Samantha Reali detta Sissi, per qualche anno compagna di Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio ora in galera per la vicenda dei fondi del partito dirottati su conti personali. Tra le pieghe di questa vicenda, sicuramente un fatto minore, compare però un’interessante variante dell’ “a sua insaputa”. Ormai un classico della politica da quando Claudio Scajola inaugurò il filone con il mutuo della casa al Colosseo.

Questo racconta oggi Sissi, lo racconta ai giornalisti di Repubblica, lo ripete con vigore davanti ai magistrati romani che cercano di capire come Fiorito abbia usato i fondi Pdl, soldi di partito e non suoi. Ci racconta, la ex fidanzata di “Francone”, che lei ha lavorato per la campagna elettorale di Fiorito prima nel 2005 e ancora nel 2010. Senza ricevere alcun compenso, per slancio d’amore visto che, racconta sempre lei, la loro era una “relazione disinteressata”. Ma Samantha, nel 2011, si accorge di qualche movimento sul suo conto corrente. Accrediti, nello specifico. Soldi che le arrivano sul conto, nell’ordine di qualche migliaio di euro, e di cui lei non chiede nulla. Per quattro volte. Mille e 59 euro l’8 novembre; 2mila e 53 euro il 12 dicembre; 2mila 58 euro il 3 gennaio; mille euro il 13 giugno. E per quattro volte lei vede, intasca e non chiede nulla. Questo racconta ai magistrati. Pensava, dice Samantha, che quei bonifici si riferissero alla collaborazione prestata nelle precedenti campagne elettorali dell’ormai ex fidanzato. Ma “solo ora”, ottobre 2012, Samantha realizza di essere stata assunta come contrattista dal gruppo Pdl. E successivamente anche licenziata. Sempre a sua insaputa.

Perdoni l’ingenuità della domanda, Samantha Reale, ma i contratti non si firmano? Non c’è stato per lei un momento in cui ha fatto un colloquio, ha parlato con qualche responsabile del personale del gruppo consiliare, ha contrattato mansioni e retribuzione e infine, apposto firma su un contratto che lei stessa dice esistente? E quando è stata licenziata, non ha ricevuto una lettera, una segnalazione, quanto meno una telefonata informale come avviene di solito? Niente di tutto ciò. Contratto, licenziamento, accrediti su conto corrente, solo eventi marginali in cui Sissi è inciampata senza chiedersi troppi perché.

Saranno allora leggerezza unita a ingenuità a spiegare alcuni elementi rilevati dal Nucleo di polizia valutaria della Finanza che compaiono nel verbale di interrogatorio firmato dalla stessa Reali. Non solo i quattro bonifici ma anche una vacanza di due settimane in Sardegna per un totale di 29mila euro; due anelli marca Damiani comprati in una gioielleria di Anagni; una vacanza alle Maldive del 2010 “di cui non conosco l’importo”, tre giorni a Positano presso l’hotel San Pietro, due borse Gucci, 5mila euro di spese per un ricovero presso l’ospedale Ifo-Regina Elena di Roma (“mi vennero consegnati in contanti dal segretario Pierluigi Boschi”), un pc per la figlia. Spese che, secondo l’accusa, Fiorito avrebbe sostenuto con i soldi Pdl.

Solo un peccato di ingenuità, dunque, ecco cosa ci racconta Samantha Reale detta Sissi e cosa ha raccontato ai magistrati. D’altra parte lei stessa racconta a Repubblica come “con Franco ci conoscemmo quando non era né ricco né famoso e il nostro rapporto era tenuto insieme solo dai sentimenti. Non ho mai avuto bisogno che un uomo mi comprasse qualcosa. Credo gli sia scappato il mio nome solo per leggerezza”. Eccola, quindi la spiegazione: “leggero” lui, ingenua lei.