Debora Calamai uccide figlio dopo cena di Natale: “Sono contenta di averlo fatto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Dicembre 2014 - 07:55 OLTRE 6 MESI FA

MACERATA – “Sono contenta di averlo fatto”: queste le parole choc della 40enne Debora Calamai, la donna che ha ucciso a coltellate mercoledì sera, dopo la cena di Natale, a San Severino Marche,  il figlio 13enne, Simone Forconi. Parole riferite ai carabinieri durante il trasferimento della donna nel carcere di Camerino.

Il litigio è scoppiato nell’abitazione dei due nel rione Settempeda, in via Zampa 70 poco dopo le 21.30. Madre e figlio avevano appena finito di cenare e stavano aspettando l’arrivo del nonno paterno, per trascorrere con i parenti del padre il Natale. La donna, secondo le prime ricostruzioni, ha inseguito il figlio tredicenne fin sul pianerottolo, colpendolo poi con una decina di coltellate, quattro delle quali, mortali, al petto.

Nel pomeriggio di mercoledì 24 dicembre Debora Calami si era incontrata con il marito, Enrico Forconi, di 43 anni, e pare che avessero avuto una discussione sempre in ordine all’affidamento dell’adolescente. Simone, secondo le prime ricostruzioni, aveva cenato a casa della madre ed aveva ricevuto da in regalo delle costruzioni Lego. Il ragazzino avrebbe poi chiamato il padre con la scusa di essere aiutato a realizzare il modello con i mattoncini che aveva ricevuto, ma probabilmente nella telefonata c’era una richiesta implicita di aiuto per aver visto la madre in condizioni di forte stress.

“L’ho ucciso perché me lo vogliono portare via” ha urlato la donna agli agenti durante l’arresto. Debora Calamai, di origine toscana, per gli investigatori,avrebbe agito in preda a un raptus, probabilmente a causa di uno stato di stress provocato dal divorzio in atto dal marito”.

Debora Calamai infatti era separata dal marito, Enrico Forconi, 43 anni, che al momento dell’omicidio non era in casa.  I genitori di Simone Forconi erano separati dal 2010 e avevano l’affidamento congiunto del figlio. Il padre aveva chiesto l’affidamento esclusivo e l’udienza era stata affidata a breve.

(foto Lapresse)