Sanità Lombardia: Leonardo Boriani e altri sei arrestati per presunte tangenti

Pubblicato il 12 Marzo 2013 - 08:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Direzione Investigativa Antimafia di Milano (Dia), nell’ambito di una indagine su episodi di corruzione connessi ad appalti e forniture di aziende ospedaliere della Lombardia, ha eseguito numerose perquisizioni e arresti presso abitazioni, imprese e strutture sanitarie lombarde in altre regioni. Tra i sette arrestati per presunte tangenti nella sanità c’è anche Leonardo Boriani, giornalista, ex direttore della Padania. In carcere tre imprenditori e l’ex consigliere regionale lombardo Massimo Guarischi. Tra le aziende ospedaliere coinvolte il San Paolo di Milano, l’Istituto nazionale tumori e l’Asl di Cremona

Tangenti in cambio forniture per gli ospedali è l’accusa. Venti gli indagati. Tra gli altri arrestati tre imprenditori della famiglia Lo Presti di Cinisello Balsamo, titolari della società Hermex Italia, e Pierluigi Sbardolini, direttore amministrativo dell’ospedale Mellino Mellini di Chiari nonché ex direttore del San Paolo di Milano.

Ed è proprio da qui, dalle indagini per la morte sospetta di Pasquale Libri, il genero del boss della ‘ndrangheta Rocco Musolino, funzionario del settore appalti intercettato con l’ex direttore della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco, e poi precipitato dall’ottavo piano del nosocomio milanese per un suicidio, che sono partite le indagini su un sistema di corruzione che va oltre la sfera di influenza delle cosche ed è tutto interno al mondo dei colletti bianchi e della politica lombarda.

Gli investigatori della Dia di Milano parlano di una ”ramificata rete di complicità nel mondo sanitario e istituzionale”. Le indagini riguardano, in particolare, la manutenzione di apparecchiature elettromedicali e di diagnostica tumorale in vari ospedali lombardi.

La retata è stata coordinata dal colonnello della Dia Alfonso Di Vito. Tra gli indagati ci sono, oltre al direttore generale della Sanità Carlo Lucchina, numerosi altri manager pubblici degli ospedali di Chiari, di Cremona, di Valtellina e Valchiavenna (Sondrio) e dell’Istituto nazionale tumori. L’operazione comprende una cinquantina di perquisizioni, tra le quali una presso una finanziaria con sede in Svizzera e che avviene tramite rogatoria internazionale.