Rogo di Santa Marinella: Italia “Paese di vecchi” ma non ancora “per vecchi”

Pubblicato il 1 Febbraio 2010 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA

Oasi Villa Chiara

Vista l’altra sera in tv. Polacca, ma molto italiana in pensieri e parole. Quando le chiedono chi sia stato a prendere la decisione di mettere sotto chiave i due vecchietti la badante risponde: «Non mi faccia dire queste cose… diciamo che si sono decise insieme». Insieme (col silenzio assenso delle dipendenti) hanno deciso i due proprietari del Bed & Breakfast Oasi Santa Chiara. Insieme sono morti, avvolti dalle fiamme, due anziani, Giovanni Marongiu 91 anni e Lamberto De Bernardino, 82.

Dino e Adriana Cipollini, 64 e 61 anni, ora sono in carcere e al primo interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Indagati, oltre a loro, anche due badanti, compresa la donna che aveva il compito di sorvegliare quei due anziani che per i responsabili dell’oasi Santa Chiara erano troppo “irrequieti”, così irrequieti da dover essere allontanati dal corpo centrale dell’edificio e tenuti sotto chiave in uno sgabuzzino.

La “colpa” di Giovanni e Lamberto era quella di essere vecchi e malati, quella di svegliarsi spesso di notte e vagare per la struttura. Insonnia, come capita a numerosi anziani, unita al morbo di Alzheimer.

All’oasi Santa Chiara, però, problemi tutto sommato “normali” sono divenuti insormontabili. Un atroce paradosso se si pensa che chi opera in una realtà del genere è pagato anche e soprattutto per assistere gli anziani che hanno disturbi simili. Dino e Adriana Cipollini, un passato da psicologi in una cooperativa sociale chiamata “La Foglia”, invece, per il loro bed & breakfast incassavano la retta, attorno ai 1700 euro al mese, e i problemi li risolvevano in modo spiccio.

I signori Giovanni e Lamberto disturbano il sonno degli altri? Bene, li mettiamo sotto chiave in uno sgabuzzino gelido, una “dependance” isolata dal resto della struttura. Se poi il loro alloggio, oltre a non essere abitabile ha delle mura sottilissime che non proteggono dal freddo, pazienza.

Perché la causa del rogo è tutta qua, nel grande freddo di questi ultimi giorni. Il climatizzatore era al massimo, a Santa Severa c’era il gelo. Verso le 6 del mattino del 30 gennaio, forse a causa di un problema di surriscaldamento, il climatizzatore ha ceduto e ha preso fuoco. I due anziani hanno cercato di uscire ma la porta era chiusa dall’esterno e la chiave era fuori, in una bacheca.

Una dipendente, Prisca Rafasoa, ex suora del Madagascar, ha tentato di soccorrerli ma si è accasciata, mezza soffocata dal fumo. Dopo essere stata soccorsa da un carabiniere è finita in ospedale anche lei ma le sue condizioni non sono preoccupanti.

Esterino Montino, vicepresidente della Regione Lazio non usa mezzi termini: per lui i Cipollini sono «due delinquenti». Da destra, invece, la deputata del Pdl Beatrice Lorenzin chiede che vengano «accertate le responsabilità della Asl». Quali siano è difficile dirlo. Di certo all’Oasi Santa Chiara c’erano due ospiti più del consentito ma è anche vero che i controlli erano piuttosto regolari e che prima del rogo del 30 gennaio nessuno aveva mai segnalato lamentele sul posto. Nulla, proprio nulla, faceva pensare che alcuni ospiti venissero tenuti sotto chiave in uno sgabuzzino.

Rimane però irrisolto il problema di un Paese che invecchia ma non vuole saperne di diventare “per vecchi”. Le domande di assistenza agli anziani sono tante, il settore pubblico fa fatica e il settore privato, per usare un eufemismo, non è sempre all’altezza della situazione.

Per i coniugi Cipollini le accuse sono di omicidio colposo e sequestro di persona. Ma il punto non è capire a quanto ammonterà alla fine la condanna. Per un sequestro di persona la pena è da sei mesi a otto anni, per un omicidio colposo da sei mesi a cinque anni. Il comportamento dei due più che affare da tribunale umano sembra tema da giustizia divina. Prendere in cura delle persone perché anziane e malate e poi punirle perché anziane e malate fa sperare davvero che esista un Dio e che sia, se non proprio cattivo, almeno molto vendicativo.