Sarah Scazzi. Avetrana sotto chock, Procura: Sabrina la cinturava mentre zio Michele l’ammazzava

Pubblicato il 16 Ottobre 2010 - 20:30 OLTRE 6 MESI FA

Sabrina Misseri e Sarah Scazzi

Avetrana è un paese sotto chock. Il sasso caduto sul piccolo paese pochi giorni fa oggi è diventato un macigno. Sabrina Misseri è accusata di sequestro di persona nei confronti della cugina Sarah Scazzi per aver privato della libertà personale la quindicenne ”trascinandola con la forza all’interno della cantina-garage della sua abitazione”.

Qui la ragazzina è stata trattenuta ”contro la sua volontà da Sabrina che l’ha cinturata”con le braccia mentre il padre le cingeva una corda intorno al collo”. Questo è uno dei capi d’imputazione, l’altro è l’omicidio aggravato dai motivi abietti e futili, contestati nel decreto di fermo notificato ieri sera, venerdì 15 ottobre, a Sabrina Misseri dalla procura di Taranto.

E il movente fa ancora più ribrezzo. Sarah è stata uccisa per evitare a Michele Misseri l’accusa di molestatie e violenza sessuale. La procura di Taranto ha definito infatti  “abietti e futili” i motivi che hanno portato alla tragica morte della giovane di Avetrana.

Michele Misseri, secondo la magistratura ”ha individuato con chiarezza e precisione la figlia Sabrina Misseri come la persona che conduceva con la forza Sarah nel garage e vicino alla sua persona”.  E con dovizia di particolari, sempre secondo il decreto della Procura, zio Michele ha accusato la figlia di averlo aiutato a ucciderla.

Le dichiarazioni del padre di Sabrina vengono definite dagli inquirenti credibili perché l’uomo, con la sua confessione, ”assolutamente riscontrata” ha indicato ”il luogo ove aveva occultato il cadavere di Sarah, in sede di ispezione ha individuato con certezza sia il terreno ove ha bruciato i vestiti di Sarah e sia la zona dove aveva buttato la batteria del cellulare di Sara e ciò facendo ritrovare sia i residui dell’incendio dello zainetto e dei vestiti di Sarah sia la batteria del cellulare della ragazza”.

Il possibile coinvolgimento di Sabrina nell’orribile omicidio di Sarah Scazzi, di cui era cugina e amica del cuore, e il suo successivo fermo, hanno reso ancora più orrenda e crudele la morte già tremenda della quindicenne.

La possibilità che Sabrina abbia partecipato attivamente all’omicidio e abbia assistito quando il padre, Michele Misseri, ha violato il giovane, freddo corpo di Sarah, dà a questa vicenda un alone ancora più macabro.

Agli occhi della gente la casa Misseri oggi appare come la casa degli orrori. ”Non sappiamo cosa pensare”, dice Raffaele, che vive tre case più  in là dalla famiglia Misseri. ”Non c’è caduta una tegola in testa – confessa – è un macigno il cui peso diventa ogni giorno più grande”. La famiglia Misseri fa entrare solo qualche giornalista in casa, li sceglie secondo criteri del tutto personali. Gli altri, una vera e propria folla, sono appostati fuori, proprio davanti al garage dove è stato pietosamente adagiato un mazzo di fiori bianchi per ricordare la morte di una bambina.

E c’è sicuramente sconcerto e dolore anche in casa della famiglia Scazzi. Mamma Concetta, riferisce chi riesce ad avvicinarla, è ancora incredula rispetto alla confessione del cognato ma è certa che Michele Misseri non abbia agito da solo, che continuerà a parlare. Sabrina, sua nipote, invece non lo farà: ”E’ come una seconda Franzoni, non parlerà mai”, dice al giornalista di ‘Chi l’ha visto?’ a cui apre le porte della sua casa. Di certo la donna è provata come non mai.

Sabrina le è stata vicina giorno per giorno e, ha ricordato la mamma di Sarah, ”ha ripetuto sempre le stesse cose, come un copione”. Di mamma Concetta parla anche uno dei due avvocati di famiglia, Nicodemo Gentile: ”Concetta è come se avesse riavuto la notizia della morte di Sarah”. E poi un appello del legale a Sabrina : ”Se è vero che è coinvolta in questa vicenda confessi perché ogni giorno è un massacro. Che dia alla cugina Sarah quel rispetto che non le è stato dato in vita”.

Prostrata dalla sofferenza è Valentina, ‘pietrificata’ è la mamma di Sabrina, Cosima. Con un filo di voce la sorella si rivolge ai giornalisti: ”Sabrina è innocente”. Poi scompare per un’ora, sembra in macchina con  con gli avvocati, e quando torna a casa è insofferente nei confronti dei giornalisti e degli operatori delle tv: ”Fatemi entrare, vi prego”.  L’avvocato di Sabrina, Vito Russo, racconta che è andato a fare un giro con Valentina ”per farle prendere una boccata d’aria, sono due giorni che non usciva”.

E Sabrina? ”Lei è lucida – afferma l’avvocato che stamani è andata a trovarla in carcere – ma non sta bene. Piange. E’ disperata, non riesce a capacitarsi delle affermazioni del padre, è delusa, delusa da tutto, soprattutto dalle calunnie del padre”. L’avvocato Russo ha chiesto l’incidente probatorio: un faccia a faccia con il padre. ”Sabrina è innocente – ripete il legale – altrimenti non avrei chiesto questo confronto”.

Chi mente? ”Michele Misseri”, è certo Russo. ”Lui – aggiunge – ha cambiato più volte versione, ha aspettato 50 giorni per fare il nome della figlia”. Ma un padre può coinvolgere la propria figlia in una vicenda così orribile? ”E uno zio – chiede l’avvocato Russo – può uccidere la sua nipotina?”. Le domande sono come i chicchi di un grappolo d’uva in questo paese: una tira l’altra e molti degli abitanti, almeno una volta al giorno, passano davanti alle case delle due famiglie distrutte.

Non c’è nessuno che non sia stupito, che non sia angosciato: lo è sicuramente anche Ivano, al centro, sembra, di un contenzioso amoroso, non ancora del tutto confermato, tra Sarah e Sabrina. Invano con Sabrina ha comprato una corona di fiori dedicata alla piccola Sarah nel giorno dei suoi funerali. Ivano ora ha gli occhi tristi e pieni di lacrime: ”Non ci capisco più nulla”, confessa. Ma può Sabrina fare una cosa del genere, quello di cui è sospettata? ”Se lo avessi creduto solo per un solo istante – dice Ivano – di certo non l’avrei sostenuta in questi giorni, non le sarei stato vicino”.