AVETRANA (TARANTO) – E’ tempo di giudizi per il caso dell’omicidio di Sarah Scazzi. Il gup Pompeo Carriere leggerà in camera di consiglio il suo verdetto sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura. In quel momento Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano conosceranno il loro destino, che molto probabilmente le trasferirà insieme in Corte di Assise.
Le due donne sono accusate di aver sequestrato e ucciso Sarah il 26 agosto dello scorso anno. Quel giorno, secondo la procura, Sarah entrò nella loro villetta di Avetrana. I pm non hanno dubbi. Sabrina assalì Sarah, la piccola cercò di scappare. Sabrina e sua madre Cosima la raggiunsero in auto e la riportarono nella villetta in via Deledda. Poi il delitto. Strangolata con una cintura, Sarah morì in due minuti.
Dopo l’omicidio, sempre secondo la procura, le imputate diedero vita ad una farsa. Chiamarono in causa Michele, l’uomo di casa. E a lui affidarono il compito di far sparire il cadavere. Così, mentre il contadino era in campagna per gettare il corpo di Sarah nel pozzo, loro inscenarono la commedia della scomparsa. Fu proprio Sabrina a lanciare l’allarme e a sostenere fin dal primo momento che Sarah era stata rapita.
La tragica farsa resistette per 42 giorni, sino a quando Michele non confessò. Sembrava tutto finito la notte del 6 ottobre, quando ammise di essere l’assassino e fece ritrovare il corpo della nipote. Da quel momento, invece, l’indagine si è ingarbugliata con l’incriminazione di Sabrina e poi di sua madre, mentre sullo sfondo si alternavano le mille versioni di Michele. Lui stesso dopo aver accusato la figlia, è tornato a scagionarla, ribadendo di essere l’unico assassino. Ma i pm non gli credono.