Sarah Scazzi, arrestati il fratello e il nipote di zio Michele: lo aiutarono a nascondere il cadavere

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

AVETRANA (TARANTO) – Arrestati i presunti complici di Michele Misseri nel delitto di Avetrana: sono stati arrestati Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di zio Michele, l’uomo che ha confessato l’omicidio della nipote Sarah Scazzi. Michele aveva accusato di corresponsabilità la figlia Sabrina. Gli arrestati sono accusati di concorso in soppressione di cadavere.

Gli arresti sono stati eseguiti su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati e richiesta dal procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 26 agosto 2010, giorno del delitto, il corpo di Sarah venne trasportato dal garage dell’abitazione di Michele Misseri, in via Deledda 20 ad Avetrana, nelle campagne del paese in contrada Mosca e nascosto in un pozzo in un podere appartenuto agli stessi Misseri. A far ritrovare il cadavere fu Michele Misseri, nella sua prima confessione del 6 ottobre 2010.

A Carmine Misseri e Cosimo Cosma è stato imposto anche il divieto di parlare con i propri legali sino all’interrogatorio di garanzia.

A mettere nei guai i due sarebbero state alcune intercettazioni telefoniche: nei verbali degli interrogatori di Michele Misseri compaiono due telefonate al fratello Carmine e al nipote “Mimino” che, secondo gli inquirenti, sarebbero indicative del tentativo di zio Michele di coprire i due parenti che lo avrebbero aiutato nel sopprimere il cadavere di Sarah.

Le due telefonate sono proprio del 26 agosto 2010, giorno dell’uccisione della quindicenne. Alle 15.08, poco dopo che Sarah era stata uccisa, Michele Misseri telefonò al fratello Carmine, ma su che cosa si siano detti quel giorno i due hanno riferito cose molto diverse. ”Mi ha detto che Sarah non si trovava”, ha raccontato Carmine in una deposizione, riferendosi a quella telefonata. Michele invece ha sempre detto di non ricordare quella frase e di aver riferito al fratello che, se lo avesse cercato la moglie, avrebbe dovuto rispondere che era andato in campagna perché ”erano scappati i cavalli”, motivando questo col fatto che aveva litigato con la consorte.

Ma Michele non aveva litigato con la moglie e nessun cavallo era fuggito dalla proprietà di famiglia. La telefonata di Michele Misseri al nipote è delle 18.28 del 26 agosto, peraltro chiamando sull’utenza della moglie di “Mimino”. ”Per caso da sopra la ‘Riforma’ (una zona di Avetrana) è passata qualche macchina sospetta che c’era Sarah dentro?” avrebbe chiesto Michele al nipote, secondo il racconto dell’agricoltore.

Soddisfatti Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, due dei legali di Cosima Serrano (la moglie di zio Michele): ”Da sempre abbiamo messo in discussione quel plurale usato da Misseri ‘abbiamo parcheggiato’ che lasciava intendere il coinvolgimento di altri soggetti”.

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