Sarah Scazzi, il fratello e il nipote di zio Michele incastrati dalle telefonate

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 08:21 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

AVETRANA (TARANTO) – Nei verbali degli interrogatori di Michele Misseri compaiono due telefonate al fratello Carmine e al nipote “Mimino” che, secondo gli inquirenti, sarebbero indicative del tentativo di Michele Misseri di coprire i due parenti che lo avrebbero aiutato nel sopprimere il cadavere di Sarah.

Le due telefonate sono proprio del 26 agosto 2010, giorno dell’uccisione della quindicenne. Alle 15.08, poco dopo che Sarah era stata uccisa, Michele Misseri telefonò al fratello Carmine, ma su che cosa si siano detti quel giorno i due hanno riferito cose molto diverse. ”Mi ha detto che Sarah non si trovava”, ha raccontato Carmine in una deposizione, riferendosi a quella telefonata. Michele invece ha sempre detto di non ricordare quella frase e di aver riferito al fratello che, se lo avesse cercato la moglie, avrebbe dovuto rispondere che era andato in campagna perché ”erano scappati i cavalli”, motivando questo col fatto che aveva litigato con la consorte.

Ma Michele non aveva litigato con la moglie e nessun cavallo era fuggito dalla proprietà di famiglia. La telefonata di Michele Misseri al nipote è delle 18.28 del 26 agosto, peraltro chiamando sull’utenza della moglie di “Mimino”. ”Per caso da sopra la ‘Riforma’ (una zona di Avetrana) è passata qualche macchina sospetta che c’era Sarah dentro?” avrebbe chiesto Michele al nipote, secondo il racconto dell’agricoltore.

”No, di qua non è passato nessuno” sarebbe stata la risposta di Mimino. Ma se il nipote, ragionano gli inquirenti, davvero non fosse stato al corrente della scomparsa di Sarah, perché parlare di una presunta auto sospetta con a bordo la quindicenne? In quel momento, Sarah era morta da più di quattro ore e il cadavere era stato già nascosto nel pozzo di contrada Mosca.